Calcio

È già Var west in serie A. Juve-Bologna, gli arbitri: "Uno sbaglio evidente"

Dall'Aia l'ammissione dell'errore. Per Di Bello si profila uno stop fino a quattro giornate

È già Var west in serie A. Juve-Bologna, gli arbitri: "Uno sbaglio evidente"

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Non è il bello del calcio ma un appuntamento fisso, purtroppo per il nostro campionato, con il caso dell'anno. Destinato a fare compagnia a quelli storici tipo gol di Muntari, Milan-Spezia e Juve-Salernitana (Candreva ignorato dalle immagini tv). Per protagonista questa volta c'è Marco Di Bello (nomen omen), bancario, di Brindisi, arbitro di Juve-Bologna con la silenziosa collaborazione di Francesco Fourneau, romano, varista nell'occasione, intervenuto in precedenza a segnalare la posizione di fuorigioco di Rabiot sul gol annullato a Vlahovic. Il primo caso dell'anno è esploso domenica notte. Le immagini hanno condannato arbitro e varista senza appello moltiplicando l'imbarazzo dell'Aia e del designatore Rocchi per via delle frasi pronunciate, a caldo, dal fischietto pugliese. Thiago Motta, il tecnico del Bologna ammonito, gli ha detto in diretta: «Non avevi bisogno nemmeno del var per fischiare questo rigore». Di Bello gli ha risposto: «Ho visto bene io, sono caduti insieme!». Venerdì prossimo, in occasione del raduno già previsto della Can di serie A in quel di Coverciano e della conferenza-stampa del designatore, conosceremo i dettagli del papocchio oltre che l'identità del nuovo sponsor (Tigotà) della categoria. Anche se già ieri dall'Aia trapelava che «il rigore non concesso al Bologna è un errore evidente, prima dell'arbitro e poi dei due uomini in sala Var. Lo sbaglio è chiaro».

E capiremo innanzitutto per quale motivo non è intervenuto a sostegno dell'arbitro il varista Fourneau. Probabilmente perché il fischietto pugliese gli ha ribadito, in diretta, il suo giudizio assolutorio («sono caduti insieme»). La sospensione dei due dai prossimi turni, fino a quattro, è scontata ma non basta per liquidare il primo caso clamoroso della stagione. Perché anche sul fronte opposto, in casa Juve, Max Allegri ha protestato a voce alta a fine partita disertando poi i microfoni, ricordando che «c'erano due rigori per noi prima». Forse, per la prima volta, sarebbe cosa buona e giusta far ascoltare l'audio così da documentare meglio la paternità tecnica dell'abbaglio e intervenire sul rapporto sempre molto discusso e contraddittorio tra arbitro e varista.

Sempre venerdì sarà l'occasione per conoscere il parere di Rocchi su un episodio curioso accaduto a Roma durante il primo tempo di Lazio-Genoa, denunciato su twitter dal presidente del Grifone Alberto Zangrillo. Sui maxi-schermo dell'Olimpico sono state trasmesse le immagini televisive di una mischia in area (collisione tra Bani e Zaccagni dopo il rinvio di Sabelli) che è stata giudicata dall'arbitro Marinelli, con il conforto del varista Mazzoleni, quale normale azione da gioco. Durante la consultazione via audio, e la pubblicazione del replay sui maxi-schermo, il capitano della Lazio Immobile ha inseguito l'arbitro invitandolo a guardare il filmato («ma non vedi che è rigore!»). Tale pratica è espressamente vietata. Zangrillo si è chiesto senza alcuna ingenuità: «Perché in alcuni stadi succede?».

Dal referto della procura federale e destinato al giudice sportivo capiremo se l'episodio ha destato lo stesso interesse.

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