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Un Giro sempre più "incollato". Cedono i vecchi, vola Buitrago

Rivincita del colombiano battuto da Ciccone a Cogne. Nibali si stacca: "Le gambe sono queste". Pozzovivo giù

Un Giro sempre più "incollato". Cedono i vecchi, vola Buitrago

È probabile che per staccare qualcuno serva del solvente, non le montagne. Questi non si staccano, soffrono tutti maledettamente di solipsismo: ognuno afferma la propria individualità stando in gruppo. Ormai siamo all'affermazione del collettivo: tutti assieme appassionatamente. Guai a chi scatta, guai a chi osa prendere l'iniziativa: state buoni, se potete.

Non è bastato il Mortirolo e il Santa Cristina di martedì, non sono sufficienti nemmeno il Vetriolo e il temibile Menador di ieri. Ci si attende battaglia, ma anche ieri al Giro succede poco o niente. Ci sarebbe tutto per poter far saltare il banco, ma forse mancano i corridori. Il meglio sarà altrove, il meglio andrà al Tour, con tutto il rispetto per la nostra corsa, ma basta dare un'occhiata al cast per comprendere che non si può pretendere di più. Non è pensabile di fare una bella recita, con attori di secondo piano.

Allora accontentiamoci di segnalare la battuta d'arresto di Almeida, l'unico che correva col jolly della crono conclusiva in tasca. Per non saper né leggere né scrivere, Carapaz, Hindley e Landa lo fanno fuori sull'inedito Menador, e lo distanziano un po' mettendosi al sicuro. Fine delle trasmissioni. Per oggi, o meglio, per ieri, è tutto!

In attesa che qualcosa possa succedere, il Giro propone Santiago Buitrago, colombiano di 22 anni cresciuto in Italia, già secondo e in lacrime domenica scorsa a Cogne alle spalle di Ciccone. Dopo l'amaro di quel posto d'onore, si va a prendere a Lavarone il dolce della vittoria mettendo in mostra una prova da corridore di talento.

Entra fra i 25 attaccanti della prima ora, supera il brivido di una caduta in discesa e, risalito in sella, mette in mostra le sue indiscusse doti di scalatore sulla rampa finale che porta a Lavarone. Riprendere l'olandese Leemreize, che a sua volta aveva raggiunto e superato Van der Poel, e il gioco è fatto.

Giornata amara per i nostri grandi vecchi, che pagano qualcosa, anche se alla fine salvano la pelle. Cede ancora Nibali anche se è sempre quinto - , esce di scena presto Valverde, stesso destino per Pozzovivo acciaccato per la caduta sul Mortirolo. Di Ciccone nemmeno a parlarne: arriva a mezzora, mentre Simon Yates, vincitore di due tappe, se ne va casa con un ginocchio dolente e la testa pesante. «Le gambe erano queste, ho provato a gestirmi dice laconico e tutt'altro che soddisfatto lo Squalo -. Con queste gambe non vado molto lontano, e non si può nemmeno sperare di vincere una tappa». Così parlò Vincenzo Nibali, il migliore degli italiani.

E non serve aggiungere altro.

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