I giudici tifosi stiano zitti come gli arbitri
8 Febbraio 2023 - 06:00Da Santoriello (pm inchiesta Prisma) ai membri del collegio di garanzia Coni
La storia ci ha abituati, purtroppo, agli odiatori seriali. Un po' meno ad un magistrato odiatore, seppur per tifo. Ed è un peccato che questa bella stagione del Napoli rischi di essere messa in discussione proprio da tifosi definibili eccellenti, offrendo un alibi agli juventini. La vicenda è nota fin da ieri: Ciro Santoriello, magistrato della Procura di Torino, definito colto e di spessore anche da un avvocato vicino alla Juve, si è lasciato comandare dal tifo nell'esprimere i sensi del suo credo. Ovvero: «Sono tifosissimo del Napoli e odio la Juve. Sono contro i ladrocini in campo». Pur aggiungendo che «da antijuventino», quando è stato il caso, ha assolto il club nel 2016 per accusa di falso in bilancio che poi ha fatto giurisprudenza. Il giudice, esperto di reati economici e componente della direzione distrettuale antimafia di Torino, che ieri non ha voluto commentare la vicenda, dunque non è proprio un tipo da discorsi da bar, anche se i discorsi al bar possono avere più intelligenza ed arguzia. Insomma non è un fesso che lascia andare la lingua e dimentica la testa. Eppure nel 2019, durante un convegno e ripreso da un video, si è lanciato in un atto di fede e di odio che oggi gli si rivolta contro, soprattutto alla luce della inchiesta Prisma nella quale Santoriello è uno dei tre pm che indaga sul club: i primi risultati si sono visti nella recente sentenza e forse il peggio non è ancora arrivato. Ora, in un mondo dove si dubita anche di un arbitro nato a Seregno designato per un match fra Inter e Napoli, immaginate cosa possa pensare il mondo Juve di queste parole in fuorigiri. Non a caso, prima di Salernitana-Juve, Francesco Calvo, neo cfo bianconero, ha commentato la vicenda: «Alcune frasi estrapolate dal proprio contesto possono assumere un significato diverso da quello che hanno in verità... Questo vale per la Juventus e per il caso citato. La Juventus dà sempre rispetto e allo stesso tempo pretende rispetto in tutto l'iter giudiziario».
E siccome il diavolo fa le pentole e talvolta i coperchi, ieri si è aggiunta una ulteriore chicca. Fra i giudici del collegio di garanzia del Coni, che valuterà la legittimità della recente sentenza, c'è un'area napoletana diffusa. Niente di male, però se Gabriella Palmieri è solo nativa locale, Marcello De Luca Tamajo è stato dirigente del Napoli, ai tempi della presidenza Ferlaino, e un altro membro, Vincenzo Cesaro, che però non farà parte del collegio giudicante, sembra un ultrà per quello che ha scritto sugli Agnelli e sui casi della Juve. Siamo già a due indizi, che fanno una coincidenza. Tre Il ministro dello Sport Abodi si è messo in stand by nel giudizio, in attesa di vederci più chiaro, ma Federcalcio e Coni dovrebbero metterci naso. Tutti sappiamo che nessuno è perfetto e i giudici sbagliano come gli arbitri. Ma, almeno nel calcio, stiano zitti come gli arbitri.
E intanto Santoriello si è beccato il tapiro.