Tappa dopo tappa

I miracoli di Caruso e la premiata gioventù

I miracoli di Caruso e la premiata gioventù

È un ciclismo nuovo, con questo ragazzo svizzero di 21 anni, nome italiano (Mauro) e cognome Schmid che vince davanti ad un nostro ragazzino di 22 anni: Alessandro Covi. È un ciclismo che premia la gioventù, e esalta ancora una volta Egan Bernal, di anni 24 anni e fin qui indiscutibilmente il più forte, anche se alle sue spalle c’è questo russo poco appariscente che non demorde, che non si dà per vinto ed è lì ad una manciata di secondi. Diciamolo sottovoce: se non ci saranno intoppi, Bernal vincerà questo Giro. Se la sua schiena non gli darà segnali di cedimento, non dovrebbe aver problemi ad arrivare in rosa a Milano, visto che il terreno ideale per questo giovane fuoriclasse del pedale è la salita e le più dure sono ancora tutte da affrontare. Cede Remco Evenepoel, troppo giovane e acerbo per poter ambire al grande risultato, ma sicuramente talentuoso. C’è solo bisogno di pazienza. Bisogna solo proteggerlo e salvaguardarlo, senza chiedergli l’impossibile. Chi sta facendo miracoli è invece il nostro Damiano Caruso, l’uomo in più di ogni grande campione, di ogni grande squadra. Quando viene meno il capitano, lui è sempre pronto a intervenire e a portare a casa piazzamenti importanti. Ora è terzo nella generale.

Se l’Italia non ha ancora perso le speranze è grazie a ragazzi come lui.

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