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Lazio, nervosismo di Keita: non va in ritiro e scrive ai tifosi

L'attaccante senegalese non si presenta in ritiro e attacca la società: "Promesse non mantenute"

Lazio, nervosismo di Keita: non va in ritiro e scrive ai tifosi

Acque agitate in casa Lazio. Non solo per le recenti polemiche legate al tecnico Bielsa, che in extremis ha deciso di farsi da parte (al suo posto Lotito ha chiamato Simone Inzaghi). Ora ad accendere le polveri c'è Keita Baldè (21 anni). Non solo non si presentato in ritiro, ma ha pure attaccato la società, con una lettera-sfogo pubblicata su Twitter. Vediamo subito cosa dice.

"Amici della Lazio - scrive il senegalese - in accordo con la società ho deciso di rinviare la partenza per il ritiro. Io amo e rispetto la maglia, ma non posso più accettare il trattamento che mi stanno riservando. Cose promesse mai mantenute. Scadenze rinviate. Programmi cambiati".

"Ho parlato più volte con il presidente e con il direttore - prosegue il giocatore - il mio punto di vista purtroppo non interessa a nessuno. Secondo me ci sono due modi di fare le cose. Uno si basa sulla condivisione delle idee e dei progetti, sul lavoro di gruppo, sulla possibilità di crescere insieme costruendo un futuro migliore".

Keita conclude con queste parole di fuoco: "L'altro modo, quello scelto al momento, vede una parte della società che cammina da sola senza ascoltare niente e nessuno. Quando poi si aggiunge qualcuno che dice una cosa e ne fa un'altra... allora bisogna fermarsi. Così non si costruisce, ma si distrugge. Un abbraccio".

L’attaccante senegalese dovrebbe raggiungere i compagni con qualche giorno di ritardo e avrebbe chiesto alla dirigenza un colloquio per la questione di rinnovo e mercato. Vedremo come andrà a finire.

Subito una contestazione

Appena arrivata in ritiro ad Auronzo di Cadore la squadra di Simone Inzaghi è stata subito contestata dai tifosi biancocelesti giunti sotto le Tre Cime di Lavaredo.

La bufera, scoppiata dopo le dimissioni di Bielsa, ha fatto esplodere la rabbia dei laziali nei confronti della società: "Vergogna - si leggeva sugli striscioni esposti fuori l’albergo che ospita la Lazio nella cittadina veneta - 12 anni di bugie e falsità, Lotito e Tare via da questa città".

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