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Il Mancio: "Saranno sei mesi durissimi"

Il ct preoccupato per i pochi attaccanti: "Messi peggio di cinque anni fa"

Il Mancio: "Saranno sei mesi durissimi"

Dove eravamo rimasti? Al 5-2 rifilatoci dalla Germania il 14 giugno scorso. Il Mancio riparte dalla Nations League, con le ultime due gare. «Nel girone può ancora accadere di tutto, noi puntiamo a vincerle perché vogliamo il primo posto». L'Italia per assecondare il proprio ct dovrà stendere l'Inghilterra il 23 settembre a San Siro e ripetersi a Budapest tre giorni dopo. Poi calerà il buio. «Saranno sei mesi durissimi per noi, da ora a dopo il Mondiale. Ma ricominceremo pensando che siamo i campioni d'Europa. Ora dobbiamo riprendere a giocare come sappiamo, con più entusiasmo. Non siamo in un momento felicissimo, ma dobbiamo tornare a divertirci».

Intanto la lista degli indisponibili si allunga. Dopo Chiesa, Berardi, Florenzi e Locatelli, ko anche Verratti. Al suo posto ci sarà Frattesi. Mentre Pellegrini e Tonali saranno valutati. Per Politano le criticità alla caviglia sembrano superate.

Mancini parla da saggio, senza forzare toni, ma il tema è lo stesso: attaccanti e italiani. «Qualcosa di anomalo, in Italia ci sono sempre meno grandi attaccanti. L'unico è Ciro Immobile. Ci crea un po' di difficoltà, ma speriamo non sia una crisi irreversibile. La speranza è che escano nuove punte per il futuro della Nazionale. Il problema degli attaccanti non è piccolissimo».

I nostri calciatori trovano sempre meno spazio in serie A: «Da quando ho cominciato a fare il ct sono diminuiti... Chiamiamo anche quelli in B che pensiamo possano essere bravi. Noi andiamo avanti per la nostra strada. È giusto che un club vada per la propria. Alcuni di B però meriterebbero di stare in A».

Poi ci sono i giovani che vanno all'estero. Il caso più eclatante l'ex Sassuolo Scamacca, passato al West Ham. Ma fanno fatica, quantomeno in principio: «È andato in un campionato difficile, ci vorrà un po' di tempo per capire il calcio inglese. Serviranno 4-5 mesi per ambientarsi, ho parlato col suo allenatore e anche con lui, spiegando quali sono le difficoltà. I ragazzi che partono vanno a fare una grande esperienza, migliorano, ma l'unica cosa che conta, è che giochino tante partite».

Mancini ha chiarito anche la questione delle convocazioni, alcuni big non sono stati scelti: «Spinazzola mi ha chiamato e mi ha detto che non si sentiva benissimo. Gli altri li ho lasciati nelle loro squadre perché abbiamo solo due partite e c'era il rischio che qualcuno finisse in tribuna. E allora, siccome giocano ogni tre giorni, meglio risparmiarli. Lo so è un dispiacere lasciare tanti bravi a casa. Abbiamo azzurri polivalenti, non è un dilemma cambiare schema. La priorità resta giocare bene. I portieri andavano valutati. Mazzocchi è un ragazzo avanti con l'età, sta facendo bene, ha forza fisica e tecnica».

Un passaggio triste sulle sue Marche: «Ero lì. Mai visto piovere così tanto. A dieci chilometri da casa mia sono morte persone per la pioggia. Mai più una cosa del genere. Serve più attenzione prima e bisogna rimettere le cose a posto prima che accadano. Un grande dispiacere».

Gianluca Vialli ha ricevuto il premio «Il cuore da Leone», trofeo USSI edizione 2021, intitolato a Gianluigi Corti, mentre l'Ussi Toscana insieme a «Costruiamo gentilezza» ha dato un trofeo a Guglielmo Vicario per aver accolto, a fine marzo, una famiglia ucraina scappata dalla guerra.

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