Calcio

"Le partite in tv gratuitamente non sono solo sostenibili ma necessarie. Allarme arabo"

L'esperta di marketing sportivo, Barbara Ricci: «Il calcio è anche nei paesi poveri, così diffondono il prodotto»

"Le partite in tv gratuitamente non sono solo sostenibili ma necessarie. Allarme arabo"

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Liberi tutti! Dopo la sentenza della Corte Ue, il calcio si interroga, stranito e interessato. La Superlega può nascere anche oggi. Il ricorso dei club ribelli, Real Madrid, Barça e Juve (che ha abbandonato il progetto), ha portato a casa il parere positivo della Corte europea. Ma sotto un aspetto puramente di marketing, questa liberalizzazione è sostenibile? Lo abbiamo chiesto a Barbara Ricci, CEO e Presidente SportWide Group, esperta di marketing sportivo.

«Intanto diciamo che l'operazione di Florentino Péres e Andrea Agnelli ha avuto il merito di aprire un fronte, anche se questa è tutta un'altra storia».

Si apre un fronte molto più vasto rispetto a due anni fa?

«Esattamente. E se le devo dare una visione allargata in ambito finanza/marketing, le dico che secondo me questa partita nel medio e lungo termine potrebbero giocarsela e magari anche vincerla gli arabi, gli unici che hanno non solo la possibilità, ma la necessità di fare un investimento enorme perché è il terreno dove si stanno giocando il futuro».

Fino all'altro ieri parlavamo di vecchia Coppa dei Campioni e ora improvvisamente vecchia è diventata anche la Champions League. Gli arabi ci porteranno a giocare in un altro territorio?

«Non in un altro territorio, ma potrebbero diventare dei player importanti di questo torneo. Come hanno voluto caparbiamente i mondiali, così si concentreranno su questo tipo di asset perché è qui che si giocheranno il futuro. Il consumo delle energie fossili sicuramente tenderà a ridursi e la fonte della loro ricchezza in qualche modo tenderà a diminuire. Quindi si stanno orientando verso un business fatto di intrattenimento e cultura: il calcio è una leva straordinaria da questo punto di vista».

È sostenibile la gratuità della Superlega?

«Secondo me non solo è sostenibile, è necessaria. Se hai un prodotto nuovo devi farlo conoscere. La partita dell'audience è mondiale, il calcio ha la sua forza anche nei Paesi molto poveri, dove gli abbonamenti nessuno potrebbe pagarseli: ripeto, la gratuità è necessaria».

Ma Champions League e Superleague possono coesistere?

«Bella domanda. Potrebbero anche coesistere. Bisogna capire fino a che punto per la Uefa è conveniente fare muro contro muro. Sa cosa penso?».

Cosa?

«Che il futuro non lo riesci arrestare. Forse la partita di Florentino Pérez e Andrea Agnelli è stata una partenza falsa, ma costituiva in ogni caso il futuro. Hanno fatto la figura dell'armata Brancaleone, ma c'è sempre bisogno dei moti rivoluzionari per cambiare il corso delle cose».

Non è ipotizzabile che Uefa e Superlega trovino un punto d'incontro?

«È auspicabile».

A livello di marketing, l'albo d'oro ha un valore?

«Quando dico che ci vogliono tanti soldi è chiaro che mi riferisco anche all'acquisto dell'argenteria di famiglia, quindi anche agli albi d'oro. Ma qui giochiamo a quello che succederà e già vediamo. Sappiamo che i ragazzi hanno una curva di attenzione molto limitata. Di conseguenza, vedo un rafforzamento del giocatore star, che è poi quello che attira la fruizione dei ragazzi su piattaforme diverse: dove non si guardano più le partite intere, ma solo gli highlight o solo i gol».

Pensa che qualcuno dovrà chiedere scusa ad Andrea Agnelli?

«Se non proprio delle scuse, dovranno almeno dirgli grazie».

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