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Inter, Thula da forza 4

Regalo della Lazio a Lautaro (29 gol in un anno come Meazza), ripartenza di Thuram: la capolista allunga sulla Juve con un'altra grande prova di forza

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Prove tecniche di fuga in campionato per l'Inter con un titolo d'inverno sempre più vicino, visto il calendario da qui al 7 gennaio. La notte dell'Olimpico non sarà ricordata certo come la migliore dell'anno, ma il fatto che Simone Inzaghi sfati il tabù Lazio (i nerazzurri non vincevano in casa biancoceleste dal 2018, ergo lui stesso non aveva mai conquistato un successo da avversario) e che l'Inter interrompa la serie negativa con Sarri (imbattuto in casa anche quando guidava l'Empoli nei sette precedenti) è un segno di come tutto giri bene in quest'annata.

È sempre tempo di ThuLa, la coppia d'oro arrivata a 22 reti totali in serie A. Anche se fatale risulta l'errore, gravissimo, di Marusic che già a Madrid in Champions aveva regalato (anche allora in «complicità» con Gila) un pallone d'oro agli avversari. Cosa da non fare mai, specie al Lautaro super prolifico di quest'anno solare (29 reti come Meazza nel 1933) e arrivato solo nell'attuale campionato a quota 15. La dedica, dopo un gol segnato dribblando mezza difesa, è da campione vero: la scritta sulla maglia Fuerza Bahia Blanca si riferisce alla tragedia avvenuta sabato sera nel paese argentino. Il 2-0 in contropiede di Thuram - in gol per la terza gara di fila - completa l'opera. La fisicità del francese a tratti sembra devastante e lui sfrutta al meglio la palla più pulita fornitagli. E se nel primo tempo la manovra non sembra così fluida, anche per merito di una Lazio che tiene bene il campo ma che appare inoffensiva sotto porta (una sola vera occasione con Rovella), l'Inter legittima la vittoria con una ripresa sicuramente più vivace.

Quattro punti in più della Juve, come dopo sette giornate. Ma è chiaro che questo gap ha ora un peso specifico diverso, visto che nelle ultime settimane si erano vissuti solo sorpassi e controsorpassi tra le rivali. Prima della gara, arriva la conferma di un posto nel Mondiale per club 2025 mentre Marotta precisa che non verrà lasciato nulla di intentato per l'eventuale ricerca di un vice Cuadrado e che sui rinnovi bisogna intanto pensare al campo. Ma quest'Inter viaggia con grande sicurezza. Dunque, di distrazioni se ne vedono poche. E se a tratti c'è qualche fisiologica difficoltà, in generale la truppa inzaghiana sembra avere qualcosa in più delle avversarie.

La Lazio - fischiata alla fine dai suoi tifosi - non approccia male la sfida, nel primo tempo infila una ventina di cross e smorza sul nascere le iniziative interiste ma non è mai pericolosa. Fino al pasticcio di Marusic che inevitabilmente cambia il volto alla gara. Sarri lascia Luis Alberto in panchina (come accadde anche nella sfida dello scorso campionato) un po' per una tenuta fisica non perfetta un po' per colpa - narrano voci di corridoio - di qualche screzio a Madrid con i compagni (in particolare con Immobile). Sarebbe cambiato poco. Nel finale rosso a Lazzari per un vaffa di troppo all'arbitro.

A quest'Inter - 11 clean sheet e in gol da 24 gare di fila in serie A - non puoi regalare niente.

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