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Rondon, bomber che fa politica «Mi manda l'amico Chavez»

Rondon, bomber che fa politica «Mi manda l'amico Chavez»

Un gol con dedica al comandante. Il calcio si mescola alla politica nelle parole e negli intenti di José Salomon Rondon, centravanti del Rubin Kazan impegnato questa sera al Meazza contro l'Inter. Rondon è stato il centravanti rivelazione della Liga a Malaga (25 gol in due stagioni), oggi gioca in Russia, ma le sue radici venezuelane affondano e si intrecciano con gli scenari elettorali di un paese guidato da ormai più di dieci anni dal dittatore Hugo Chavez. Il prossimo 7 ottobre il Venezuela si recherà alle urne. Chavez se la vedrà con un avversario scomodo, l'avvocato Henrique Capriles. Rondon tira la volata all'attuale presidente, non nasconde la sua amicizia e soprattutto non perde occasione per sponsorizzarlo. Il bomber originario di Caracas è una sorta di ambasciatore all'estero di Chavez, "incarico" che condivide con il pilota della Williams Pastor Maldonado. Un'investitura che in realtà nasconde un legame solido tra il calciatore e il presidente. Chavez stravede da sempre per il 23enne ariete che guida anche l'attacco della nazionale "vinotinto". Nei primi anni di carriera, quando vestiva la casacca dell'Aragua, il presidente del Venezuela si è dimostrato sensibile alla causa di Rondon, finanziando persino i suoi primi passi nel professionismo.
Rondon, scevro da convinzioni ideologiche, resta un ottimo attaccante, e se il Malaga non avesse accusato la scorsa estate alcuni problemi economici probabilmente sarebbe rimasto nella Liga a competere per la classifica marcatori con i vari Cristiano Ronaldo e Messi. Il Rubin Kazan non è l'aristocrazia del calcio europeo, ma lo stipendio di 5 milioni di euro a stagione rappresenta comunque un ingaggio da top club. Parte di quel denaro serve a Rondon per finanziare la macchina elettorale di Chavez. Il partito di Capriles non ha perso l'occasione per stigmatizzare l'episodio, ma Rondon, evidentemente ben indottrinato dagli uomini del "comandante", ha risposto per le rime spiegando che «il finanziamento alla campagna elettorale è qualcosa di spontaneo e legittimo. Non mi sembra che qualcuno si scandalizzi per le risorse private che ottengono negli Stati Uniti Obama e Romney».
È davvero difficile con Rondon mettere in un angolo le questioni politiche e parlare solo di pallone. Persino la gara con l'Inter diventa un pretesto per perorare la causa di Chavez.

«Se vado in gol la dedica è assicurata», ammette.

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