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Un Tour durissimo: più salite, meno crono

Subito Pirenei e Tourmalet. Pogacar avverte: "Difficile la prima settimana"

Un Tour durissimo: più salite, meno crono

È un Tour che taglia di netto in due la Francia e probabilmente taglierà le gambe a molti, fin da subito, visto che l'inizio è di quelli tosti, con i Pirenei e il Tourmalet che arriverà subito.

Molte montagne e meno chilometri (solo 22) a cronometro. Anzi, una sola crono che guarda all'insù, con lo storico ritorno del Puy de Dome e i Vosgi a mettere la parola fine ai giochi. Questo in sintesi il Tour de France 2023, il numero 110 della storia nel 120° anniversario della prima edizione (si festeggeranno anche i 70 anni della maglia verde).

Saranno 30 i gran premi della montagna: sarà quindi un Tour duro, che sulla carta strizza l'occhio al suo ultimo re, il danese Jonas Vingegaard (ieri assente), l'uomo che quest'anno nessuno ha staccato in salita e che nel nuovo percorso trova solo pane per i suoi denti, anche se Tadej Pogacar, ieri presente al Palais des Congrès di Parigi, non si dice battuto. «Mi piace molto ha spiegato il 24enne sloveno, due volte vincitore della Grande Boucle : sarà una gara dura fin dall'inizio e la prima settimana tra Paesi Baschi e Pirenei sarà molto difficile».

Ma andiamo con ordine. Già annunciata da tempo la partenza da Bilbao (sabato 1° luglio), già alla sesta tappa il Tour propone il Col d'Aspin e il Col du Tourmalet (Souvenir Jacques Goddet, la vetta più alta del Tour) prima dell'arrivo in salita a Cauterest-Cambasque.

Dopo i Pirenei il Massiccio Centrale. La prima settimana di corsa si concluderà in vetta al Puy de Dome, il più alto vulcano spento dell'Auvergne da cui la corsa mancava dal 1988, teatro del mitico spalla a spalla tra Anquetil e Poulidor (era il 12 luglio del 1964, la tappa partirà fra l'altro da Saint Léonard de Noblat, paese natale di Poupou). Due i tapponi alpini: il primo da Annemasse a Morzine; il secondo da Les Gets a Saint-Gervais Mont-Blanc (4.300 i metri di dislivello).

Secondo giorno di riposo nelle Alpi e ripartenza con l'unica tappa a cronometro della corsa: la Passy-Combloux di 22 km con la Cote de Domancy (che riporta alla mente il trionfo mondiale di Hinault a Sallanches nel 1980, ndr) e la parte finale tutta in salita al 9%.

Il terzo tappone alpino porta da Saint-Gervais a Courchevel, dove nel 2000 Marco Pantani firmò la sua

ultima e indimenticabile vittoria. Poi il gran finale verso Parigi: si partirà da Saint-Quentin-en-Yvelines, dove sorge il velodromo che ospiterà i Giochi Olimpici di Parigi 2024, per portare la festa finale sui Campi Elisi.

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