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Il Milan buca a Monza

Turnover choc di Pioli: sotto 2-0 fa mea culpa con 3 cambi all'intervallo. I rossoneri in 10 pareggiano, poi il crollo. Niente sorpasso alla Juve

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Il primo pensiero è di sicuro per Silvio Berlusconi: vuota la sua poltrona in tribuna d'onore al fianco di Adriano Galliani, sempre presente la figura di chi fece grandissimo il Milan e poi portò in serie A il Monza giunto ieri a capo del primo successo sui rossoneri nelle due stagioni al massimo livello del calcio italiano con un largo e meritato 4 a 2 finale. Proprio dopo il recupero del primo doppio ko, firmato da Pulisic, arriva il mortaretto di Bondo, su suggerimento di Daniel Maldini, il figlio di Paolo, una sorta di suggestiva legge del contrappasso, e poi il sigillo di Colombo. Così Palladino guadagna il primo successo doc mentre Pioli manca il sorpasso sulla Juve. Pessimo primo tempo, poi tradito dalla follia di Jovic.

D'accordo, Pioli ha l'esigenza di ricorrere ai sei ricambi: pesa la sfida di giovedì sera con Rennes e l'attacco proposto è tutto nuovo. Ma non è qui il problema del Milan perché l'inserimento dal primo minuto di Thiaw in difesa comporta gravi scompensi. Il primo imbarazzo è nel proporre gioco visto che il Monza gli lascia libertà di impostare conoscendone i limiti tecnici. Lo strafalcione che segna il corso della prima frazione è nel finale di tempo con il doppio intervento prima su Djuric e poi su Mota in area con inevitabile rigore trasformato da Pessina. Il secondo sfondone, in società tra Bennacer e Thiaw, apre la strada a Mota per firmare il raddoppio prima dell'intervallo. La verità è che il Monza nel frattempo rimasto senza il suo portiere Di Gregorio (ferita alla testa, sostituito da Sorrentino) ha un comportamento opposto rispetto a quello avuto contro l'Inter: allora molta intraprendenza e praterie lasciate alle spalle, qui marcature rigide e spazi stretti mentre il Milan ha il passo della lumaca e tranne qualche spunto di Chukuwueze non c'è molto di interessante da trarre dalla sua prova sciatta.

I tre cambi decisi a inizio della ripresa (dentro Leao, Pulisic e Reijnders) sono la conferma che il turnover è un'arma solo se rivitalizzata dal resto del gruppo e in particolare dai sostituti chiamati alla prova del nove. E infatti a complicare ulteriormente lo scenario c'è addirittura lo schiaffo rifilato da Jovic a Izzo con successiva visione al var dell'arbitro e cartellino rosso inevitabile per il serbo. Se per condotta violenta, la squalifica è di 3 turni invece che di uno. A quel punto, ridotto in dieci, la serata diventa un autentico supplizio per Pioli che procede anche alla terza mossa (fuori Bennacer, dentro Giroud) ritrovando un piccolo premio dopo l'ora di gioco sull'asse Florenzi-Pulisic che consente a Giroud, in spaccata, di dimezzare il passivo. Per completare la risalita c'è bisogno di un altro numero di alta classe di Pulisic, uno di quelli arrivati nella ripresa a talento monstrare.

Ma la serata del Monza non può finire così e sul tocco di Daniel Maldini c'è il siluro di Bondo che firmare il successo storico prima del 4 a 2 di Colombo, segnale del tonfo milanista.

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