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Stop a scene di sesso e violenza: il decoder le bloccherà in automatico

Se il decreto Romani verrà approvato dalle Camere, i genitori potranno stare tranquilli. Non ci sarà più il rischio che i loro figli incappino in programmi con scene di violenza gratuita o con sequenze pornografiche. In ogni decoder del digitale terrestre verrebbe infatti inserito in automatico il Parental control, la protezione a tutela dei minori. Così i genitori non dovranno più ricordarsi ogni volta di inserire manualmente il blocco, ma, al massimo, potranno scegliere di disattivarlo. Il decreto n.169, entrato in vigore il 27 gennaio scorso, esclude la messa in onda di film vietati ai minori dalle 7 alle 23 su tutte le piattaforme. All’articolo 9, comma 2.1, si legge: «Sono vietate tutte le trasmissioni che possono nuocere allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori o che presentano scene di violenza gratuita o insistita o efferata, ovvero pornografiche». Questo vale sia per le televisioni in chiaro sia per quelle a pagamento. E proprio per queste ultime, il provvedimento potrebbe rappresentare un’insidia, soprattutto a livello di introiti. Basti pensare ai contenuti per adulti che Sky mette a disposizione a pagamento, e che fruttano circa 45 milioni di euro annui alla piattaforma di Murdoch. «Sky aspetta di valutare la chiusura dell’iter parlamentare del provvedimento – ha fatto sapere un dirigente - ma sottolinea che da sempre è attenta alla tutela dei minori grazie al Parental control che consente di evitare la visione di qualsiasi contenuto non desiderato». In effetti, gli utenti Sky usufruiscono già nei loro decoder di un sistema di protezione, che si disattiva inserendo una chiave numerica di quattro cifre. Ma è sempre presente il rischio che gli adolescenti vengano a conoscenza del codice. Per Marco Crispino, proprietario di Conto Tv, che del porno fa uno dei suoi punti di forza, il decreto è più di un’insidia. «È una norma liberticida perché la direttiva europea non prevede orari - ha dichiarato Crispino al Corriere -. E poi la tv a pagamento via satellite ha il sistema più alto di protezione che esista, con ben cinque filtri: la parabola, il decoder, la smart card, il pagamento per il singolo evento e il codice pin». La pensa diversamente il responsabile dell’Osservatorio Media del Moige, Elisabetta Scala, la quale ha espresso «viva soddisfazione» al vice ministro Romani, aggiungendo che il decreto «è un passo molto importante per una vera e propria tutela dei minori dallo schermo televisivo. Ora bisogna andare avanti, i film sono solo una piccolissima parte del problema, Internet è un problema ancora più grande».
Per Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, il decreto «è il rafforzamento delle norme del Codice Tv e Minori». «Restano da valutare positivamente - ha aggiunto Marziale - le contro-argomentazioni addotte dagli oppositori e incentrate sul rapporto Tv e Minori». Soddisfazione a metà quella espressa invece dall’Adoc, secondo cui il provvedimento «è un intervento giusto se applicato alle sole emittenti che trasmettono in chiaro, ma non può valere per quelle a pagamento, in quanto rappresenta una forte limitazione alla loro attività».
Intanto, il vice ministro Romani ha annunciato di voler applicare misure simili di tutela dei minori anche in rete. Tra queste è allo studio il «clic sicuro», che si potrà scaricare dal sito del ministero.

Se i ragazzi entrano in siti pericolosi, verrà inviato un sms ai genitori e la connessione verrà immediatamente interrotta.

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