Storia

"Texas indipendente": la milizia armata e quella strana secessione dagli Usa

Il Texas si staccò dal Messico nel 1836 e fu una repubblica indipendente prima di essere annessa agli Stati Uniti nel 1845. 25 anni fa, un gruppo di separatisti chiese la secessione

"Texas indipendente": la milizia armata e quella strana secessione dagli Usa

"Siamo in guerra con gli Stati Uniti d'America e con le tutte nazioni straniere". Sembra la trama del film - geniale - di Woody Allen, Il dittatore dello stato libero di Bananas, ma in questa storia non c'è nulla di fiction. È tutto vero, in uno spaccato surreale di America profonda. Era il 29 aprile del 1997 quando un manipolo di separatisti texani, guidati da Richard McLaren, un ex enologo del Missouri, decisero di alzare il livello di scontro con Washington, chiedendo un referendum che sancisse la secessione dagli Stati Uniti d'America.

Secondo i separatisti, il Texas, indipendente per nove anni, dopo essersi separato dal Messico, fu illegalmente annesso da Washington nel 1845. Come racconta il New Yorker, McLaren iniziò a reclutare persone per formare la nuova Repubblica del Texas: la sua promessa fu che, nella nuova repubblica indipendente, i texani non sarebbero stati soggetti alle tasse e alle leggi degli Stati Uniti d'America. Sarebbero stati finalmente "liberi". Negli anni '90, i seguaci di questa "setta" separatista crebbero in modo vertiginoso: iniziarono a circolare le targhe della nuova repubblica indipendente e McLaren lanciò addirittura una moneta (che, ovviamente, non aveva alcun valore legale).

La battaglia dei separatisti texani

McLaren, che aveva tutta l'aria di un predicatore evangelista più che di un guerrigliero, come nota il New Yorker, si autoproclamò console generale della Repubblica e istituì un'ambasciata in una vecchia roulotte da viaggio a Fort Davis, nella parte più occidentale dello stato. La situazione tra separatisti e lo stato texano degenerò quando lo sceriffo della contea decise di arrestare per porto abusivo di armi il capo militare della Repubblica, Robert Scheidt: in tutta risposta McLaren e i suoi rapirono due proprietari terrieri e agricoltori della zona.

Si trattava di Joe Rowe e della moglie, che proprio al New Yorker sono tornati a raccontare di quella - surreale - esperienza. "McLaren era circondato da guardie del corpo. Guidava con un'auto davanti e un'altra dietro. Era come se fosse un dannato dittatore sudamericano", ricorda. Rowe era diventato un bersaglio per McLaren e i suoi scagnozzi: la sua abitazione si trovava nel Davis Mountains Resort, e sorgeva su una collina all'ingresso della comunità. Dal balcone del secondo piano, poteva tranquillare la situazione e gli spostamenti dei guerriglieri separatisti.

Inoltre, Rowe, essendo un grande latifondista, contribueva con le sue tasse a finanziare lo stato texano. Un nemico perfetto nella logica malata e folle di McLaren. E così, durante l'incursione degli uomini di McLaren nella sua abirazione, Joe Rowe rimase ferito a una spalla dopo che uno degli uomini armati del leader indipendista cominciò a sparare in maniera sconsiderata. I due coniugi vennero presi in ostaggi e condotti nella base del movimento, a Fort Davis.

"Evitare una nuova Waco"

La cosiddetta "ambasciata" di McLaren venne così accerchiata dai tiratori scelti dell'Fbi. C'era, tuttavia, un problema: i federali e anche l'allora governatore dello Stato, George W. Bush, volevano a tutti i costi evitare che un eventuale assedio si trasformasse in una nuova Waco. Era il 19 aprile 1993, infatti, quando l'edificio del gruppo religioso venne distrutto in un incendio a Waco, Texas. Quasi 80 persone rimasero uccise, fra cui donne e bambine. L'Fbi al tempo decise infatti di assalire gli edifici appartenenti alla setta Branch Davidians, uccidendo il suo guru, David Koresh, ma provocando così un massacro che sconvolse l'America e alimentò la propaganda della destra libertarian contro Washington.

Così le forze dell'ordine e il governo decisdero di trattare, e McLaren acconsentì a uno scambio: Scheidt, l'uomo che era stato arrestato quella mattina, in cambio dei coniugi Rowe. Dopo una settimana di incessanti trattative, alla fine McLaren, dopo aver redatto un improbabile documento di cessate il fuoco, decise di arrendersi. Per come la vedeva lui, la resa rappresentava una vittoria poiché gli Stati Uniti avevano stipulato un trattato formale con la Repubblica del Texas, da lui rappresentata. McLaren e altri quattro membri della Repubblica del Texas vennero mandati in prigione. Altri due membri del gruppo, Richard F. Keyes III e Mike Matson, riuscirono a scappare, ma Matson rimase ucciso pochi giorno dopo in uno scontro a fuoco con i federali.

Il separatismo oggi

E oggi? Il sentimento separatista texano è tutt'altro che morto e sepolto. Nel febbraio 2015, l'Fbi ha condotto un raid nella città di Bryam, Texas, durante una riunione di una sessantina di seguaci della Repubblica del Texas. Non furono effettuati arresti, ma gli agenti sequestrarono computer, telefoni e altri oggetti. Il tema della secessione, infatti, non è mai sparito del tutto dal dibattito pubblico in Texas, che si staccò dal Messico nel 1836 e fu una repubblica indipendente prima di essere annessa agli Stati Uniti nel 1845.

Nel giugno 2022, la Convenzione repubblicana dello Stato ha adottato una risoluzione che esorta i legislatori a indire un referendum nel novembre 2023 "per determinare se lo Stato del Texas debba o meno riaffermare il proprio status di nazione indipendente".

Dal punto di vista legale, secondo esperti e giuristi, la richiesta - che proviene soprattutto dal mondo conservatore - non è tecnicamente e formalmente realizzabile. Basterà per placare la loro fame di secessione?

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