Teatro

"Mi ha identificato la Digos": ecco chi ha urlato alla prima della Scala

Marco Vizzardelli è l'uomo che, al termine dell'inno di Mameli, ha urlato "viva l'Italia antifascista". Identificato dalla Digos

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È stato identificato l'urlatore che alla prima della Scala del 7 dicembre ha gridato subito dopo l'esecuzione dell'inno di Mameli. La Digos lo ha intercettato già durante il "Don Carlo". "L'ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto 'viva l'Italia fascista' ma così no", ha detto l'uomo, un giornalista Marco Vizzardelli, di 65 anni, che si occupa di ippica.

Alla fine dell'inno di Mameli, l'uomo ha gridato "viva l'Italia antifascista" nel silenzio della sala, unica voce che si è alzata tra gli applausi. La nota stonata della serata è stata il fatto che nessuno, come solitamente si fa nel rispetto delle autorità, si è girato verso il palco reale. Il presidente della Repubblica non era presente ma c'era la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e c'era anche la senatrice Liliana Segre, a cui è stata assegnata la poltrona centrale, quella di maggior prestigio. Il grido dell'uomo ha fatto molto rumore e ha attirato l'attenzione dei presenti.

Vizzardelli ha spiegato che "a metà del primo atto si è avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese. Mi sono un pò spaventato e mi ha fatto un gesto di stare tranquillo". Alla fine dell'atto, ha detto il giornalista, "mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso dato che siamo in un Paese democratico". Al termine del primo atto, come consuetudine, Vizzardelli si è recato nel foyer del teatro: "Lì mi hanno fermato in quattro: mi hanno detto che erano della Digos e che dovevano identificarmi. Ho ribadito che non aveva senso e poi l'ho buttata sul ridere, spiegando che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto 'viva l'Italia fascista'. Si sono messi a ridere anche loro ma mi han detto che dovevano fare così".

Quindi, ha detto l'uomo, gli hanno fotografato la carta di identità e Vizzardelli ha proseguito la serata regolarmente, finendo la rappresentazione normalmente.

Vizzardelli ha spiegato di essere un grande appassionato della Scala: "La metà della mia vita che non passo a seguire i cavalli, la passo a seguire la musica e la Scala".

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