Scienze e Tecnologia

Gli italiani hanno competenze digitali scarse

Il digital divide tra giovani e adulti non è la sola criticità. Esiste anche una marcata sottovalutazione del peso specifico che i saperi tecnologici possono avere nella ripartenza post-Covid

Gli italiani hanno competenze digitali scarse

Non bastano le infrastrutture di rete per realizzare una digitalizzazione massiccia e inclusiva. E’ indispensabile far crescere la cultura digitale, promuovendola fin dalle scuole dell’obbligo. Il nodo delle competenze tecnologiche è decisivo anche per dare piena attuazione a tutti i progetti che l’Italia sta mettendo in campo con le risorse del Pnrr. Ma da questo punto di vista c’è ancora tanto da fare. Il digital divide tra giovani e adulti non è la sola criticità. Esiste anche una marcata sottovalutazione del peso specifico che i saperi tecnologici possono avere nella ripartenza post-Covid.

Competenze digitali scarse e trascurate

L’86% dei lavoratori italiani ritiene di non avere le competenze digitali necessarie per il mercato del lavoro del futuro. L’87% si sente impreparato per i prossimi cinque anni ma solo il 17% si sta muovendo per colmare le lacune. Sono i dati del Digital Skills Index di Salesforce, che ha censito oltre 23mila lavoratori tra i 18 e i 65 anni in 19 Paesi, di cui 1.300 in Italia. Nel mondo, il 73% degli intervistati sente di non possedere le competenze digitali che le aziende stanno cercando in questo momento e il 76% quelle fondamentali per il futuro. Nonostante l’82% degli intervistati abbia in programma di apprendere nuove competenze nei prossimi cinque anni, solo il 28% frequenta attualmente corsi di formazione. A livello globale si percepisce, però, anche il rovescio della medaglia di un dato apparentemente allarmante: il divario in termini di competenze digitali rappresenta un’opportunità, dal momento che le aziende nel mondo stanno passando a modelli digital-first e la domanda di persone con competenze digitali sta crescendo a dismisura.

Non tutte le competenze digitali sono uguali

Non basta saper navigare nel web o padroneggiare l’uso dei profili social per essere dei professionisti digitali o per ambire a ruoli aziendali che comportino l’utilizzo costante delle tecnologie. Le competenze digitali quotidiane spesso non rispecchiano quelle ritenute fondamentali sul posto di lavoro e necessarie alle aziende per favorire la ripresa, la resilienza e la crescita. Più di due terzi degli intervistati della Generazione Z (il 64% a livello globale) affermano di possedere competenze avanzate sui social media, ma solo il 31% crede di possedere le competenze digitali più avanzate necessarie per le imprese. In Italia la forbice si allarga, con l’81% degli intervistati della Generazione Z che ritiene di avere un livello avanzato nelle competenze social, ma solo uno su cinque (il 19%) pensa di possedere le competenze digitali necessarie per il mondo del lavoro di oggi.

Le differenze generazionali

Il Salesforce Index rivela che gli intervistati più giovani sono fiduciosi e hanno l’ambizione di apprendere nuove competenze: a livello globale oltre un terzo della Gen Z (il 37%) sta acquisendo le competenze necessarie nei prossimi cinque anni rispetto al 12% dei Baby Boomer.

Questa tendenza trova conferma anche in Italia, perchè sono soprattutto i più giovani della Gen Z a dichiararsi proattivi sul fronte della formazione per colmare le competenze mancanti entro i prossimi cinque anni: uno su quattro (il 26%) rispetto a uno su cinque dei Millennial (il 19%) e addirittura a nemmeno uno su dieci dei Baby Boomer (il 7%).

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