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"Il 2024 potrebbe essere l'ultimo anno": Nadal a cuore aperto, poi punge Djokovic

Il fuoriclasse iberico si augura di tornare al top ma non illude i suoi tifosi: "L'idea non è quella di vincere il Roland Garros o gli Australian Open"

"Il 2024 potrebbe essere l'ultimo anno": Nadal a cuore aperto, poi punge Djokovic

Da sempre restio a sbottonarsi durante le interviste, rispetto ai suoi due rivali più grandi di sempre Roger Federer e Novak Djokovic, Rafael Nadal confessa su Movistar Plus gli ultimi sogni e le ambizioni di una carriera ricca di allori.

L'infortunio

Fermo ai box dalla scorsa edizione degli Australian Open, dove da detentore del titolo subì una sconfitta al secondo turno per opera dello statunitense Mackenzie McDonald, il fuoriclasse maiorchino aveva più volte sperato di rientrare nel corso della stagione sulla amata terra battuta, salvo esser costretto a desistere per il perdurare dei problemi fisici riscontrati. La scelta di effettuare un intervento chirurgico per la lesione all'ileo-psoas e il recupero lento e travagliato, molto più del previsto, hanno insinuato in lui il dubbio che il 2024 possa in effetti essere l'ultima stagione da professionista.

"Nonostante la vittoria al Roland Garros, da Indian Wells dello scorso anno, quando mi sono infortunato alle costole giocando con Carlos, è stato un anno e mezzo duro", rivela Nadal. "Non c’è stato un momento di tranquillità. A volte i risultati mascherano la realtà di tutti i giorni".

L'intervento chirurgico

La situazione si è ulteriormente aggravata, fino ad arrivare alla scelta di effettuare l'operazione consigliata all'anca (2 giugno)."Prima di farlo volevo essere sicuro che fermandomi sarei riuscito a recuperare", racconta ancora il maiorchino, "ho fatto un altro giro di visite mediche, analizzando tutto quello che stava succedendo allo psoas e, alla fine, ho visto che non c'era modo di recuperarlo". Danni troppo pesanti per evitare la sala operatoria: dopo l'intervento la situazione non è stata semplice."I primi mesi sono stati complicati, dolorosi, ma poi ho avuto la fortuna di staccare. Ora sono tornato al lavoro, da pochissimo tempo". In questi mesi lo spagnolo ammette di non aver seguito granché cosa accadeva sui campi da tennis: "Ho visto la finale dello US Open, ho visto la finale di Wimbledon, ma guardo poco perché ho la sensazione che in quel caso non mi disconnetterei completamente", rivela al giornalista di Movistar Plus.

Il decorso post-operatorio è lungo e il dolore pare non essere sparito del tutto. "C’è ancora ma è sotto controllo. Non è un dolore che mi rende ardua la vita", spiega il tennista iberico. "Ho un piede che non è messo bene e ci sono momenti in cui non mi d° tregua, a volte faccio fatica anche solo a scendere le scale di casa. Quando succede, e succede, è difficile essere positivi".

Il rientro o il ritiro?

Difficile, con l'età che avanza e gli infortuni che si accumulano, poter parlare di un rientro nel circuito: Nadal ammette che vorrebbe farlo nel caso in cui sentisse di poter tornare competitivo."Alla fine quello che mi emoziona è tornare a giocare, sentirmi competitivo, e poi vedremo dove sono", considera,"non posso dirvi che obiettivi ho, sono nel bel mezzo del processo di recupero e non so come mi sentirò".

Quindi il 2024 potrebbe essere l'ultima stagione? "Ho detto che 'forse' sarebbe stato il mio ultimo anno. Il fatto è che non posso confermarlo al 100%. Ci sono buone probabilità che lo sia, dato che vedo come è messo il mio corpo, ma non so come sarà tra tre o quattro mesi, resto aperto a ciò che il futuro potrà darmi".

Impossibile, pertanto, fare programmi, anche col sogno delle Olimpiadi a Parigi sui campi per lui magici del Roland Garros. Tutto potrebbe cambiare a seconda delle condizioni fisiche e della possibilità di competere ai livelli per lui usuali."Se sento di poter giocare ma di non poter vincere il Roland Garros, forse potrei avere voglia di un tour d’addio e farlo più a titolo sentimentale".

Novak Djokovic

Nell'intervista si fa ovviamente riferimento all'ultimo trionfo di Djokovic e al record Slam raggiunto dal serbo. "Ovviamente mi sarebbe piaciuto essere il tennista con più tornei del Grande Slam nella storia, questo è lo sport, cercare di essere il migliore", ammette Nadal,"ma non è stata una ossessione per me". "Non sono frustrato per un semplice motivo: penso di aver fatto tutto il possibile affinché le cose andassero nel miglior modo possibile", specifica il tennista maiorchino.

"Penso che Novak viva le cose in un modo più intenso di quanto io abbia fatto nella mia vita", affonda Nadal, "penso che sarebbe stata una frustrazione più grande per lui non ottenere questo record, e forse è per questo che l'ha ottenuto, ha avuto la capacità di portare la sua ambizione al massimo". "Credo di essere stato una persona ambiziosa", ammette il fuoriclasse iberico, "ma è una spinta sana che mi ha permesso di vedere le cose in prospettiva, senza frustrarmi o arrabbiarmi più del necessario in campo quando le cose non andavano bene"."È il mio modo di vivere, sono culture diverse, ogni giocatore o ogni paese lo vive in modo diverse, e io l’ho vissuto così e ne sono felice", aggiunge.

Col serbo ancora non si è congratulato per il trionfo agli US Open, ammette Nadal.

"Quando vinci qualcosa di così importante, per esperienza so che è meglio far passare un po’ di tempo per dare valore a quel messaggio", spiega, "lo farò, ma non l’ho ancora fatto".

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