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MA IL TERRORISMO HA FALLITO

MA IL TERRORISMO HA FALLITO

Se lo scopo del terrorismo è quello di provocare terrore, lo scopo ieri è fallito. A Londra una quarantina di cittadini, uomini e donne, sono morti sventrati, mutilati, bruciati. Altri hanno pianto come si piangeva durante i bombardamenti nazisti. Anche allora i londinesi tiravano fuori i loro morti e li seppellivano, portavano i feriti all’ospedale e confidavano nella Royal Air Force. E ieri il popolo inglese non è stato da meno: l’attacco era atteso, un attacco senza onore, e ognuno ha fatto il suo dovere: la polizia, la sanità, gli investigatori, coloro che hanno bloccato i treni della metropolitana e tutto il personale che ha raccolto morti e feriti, più di settecento, forse mille. Niente panico, niente terrore, il terrorismo ha fallito.
Ma è la cittadella occidentale che ha inventato il progresso, che tutela la dignità della donna, che ha creato sistemi di governo controllati dalla sovranità popolare ad aver subito ieri un nuovo attacco, stavolta connesso con il G8 così come le bombe di Madrid erano connesse con la campagna elettorale spagnola, sicché i terroristi fecero vincere Zapatero.
Il Presidente Berlusconi come tutti i leader mondiali ha espresso non soltanto parole di cordoglio e indignazione, ma di fermezza, mentre Tony Blair ripeteva al suo popolo «loro perderanno e noi vinceremo». L’Inghilterra può essere più aggressiva dell’America, dispone di corpi speciali spietati e di una intelligence all’altezza della sua fama. E l’Italia? Inutile fare giri di parole, è già nel mirino: per ora si valuta se una rivendicazione su un sito internet sia attendibile. Ma non è questo il punto: l'Italia è sicuramente nella lista dei terroristi. E ieri abbiamo apprezzato il tono di dolore espresso da Berlusconi quando ha detto che si deve essere coscienti del fatto che «anche l’Italia è esposta». Gli inglesi hanno ripetuto che per loro era ovvio che ci sarebbe stato un attentato in Inghilterra e che l’unica domanda sensata riguardava solo il quando.
Il ministro Pisanu ha dato la notizia in Parlamento con dignità e responsabilità. Le forze d’opposizione hanno pronunciato parole di circostanza, salvo Rutelli che ha detto: non dobbiamo abituarci a subire il terrorismo, ma a combattere il terrorismo.
Ieri Kofi Annan ha definito il bombardamento di Londra un «crimine contro l’umanità» ma si tratta di una mistificazione politicamente corretta, ovvero ipocrita, perché siamo invece di fronte a un crimine contro la Gran Bretagna e la nostra civiltà occidentale, non contro l’umanità: per questo ci sembra che molto opportunamente il presidente Ciampi abbia parlato di «attacco al cuore dell’Europa». A quell’Europa che si è schierata contro il terrorismo islamico dopo l’undici settembre del 2001 e al fianco degli Stati Uniti. La Spagna di Aznar era in prima linea ed è stata bombardata, la Gran Bretagna lo è tuttora ed è stata colpita.
L’attacco a Londra ha eccitato le piccole viltà italiane e internet è stata inondata di messaggi che, con il pretesto di deplorare gli attentati, chiedono la fuga italiana dall’Irak, dando per scontato il rapporto causa-effetto tra guerra e attentati.
A questo proposito merita una citazione Condoleezza Rice secondo la quale non c’è alcuna relazione fra questi attentati e la guerra in Irak, perché «questa storia va avanti da un pezzo» e ricorda gli attentati a Beirut negli anni Ottanta, quello contro il World Trade Center del 1993, le bombe alle sedi diplomatiche di Kenya e Tanzania, fino all’undici settembre a New York e poi a Madrid.
Tony Blair che ormai si considera il leader dell’Europa, ieri aveva una voce che ci ricordava quella di Winston Churchill: bassa e ringhiante.

Nessuno ha piagnucolato a Londra, tutti hanno fatto la loro parte, il G8 continua e la gente è tornata a lavorare senza alcun terrore.

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