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Troppe vendite, Louis Vuitton chiude prima la boutique

Dopo le limitazioni di acquisto e l’anticipazione dell’orario di chiusura, mancava soltanto che i guru della Louis Vuitton mettessero il numeretto del turno come si fa in salumeria. Il tutto per combattere una crisi diversa da come siamo abituati a intenderla: quella delle scorte. Proprio così. Strano, ma vero. Il rischio era infatti quello di rimanere a secco di borse e di articoli da vendere nel periodo natalizio. Un’ipotesi che la dirigenza della Luois Vuitton non si è sentita nemmeno per un attimo di prendere in considerazione. E così, via alle nuove strategie. Alla faccia di quelli che la crisi l’hanno conosciuta per davvero. La grande boutique degli Champs-Elysees fino alla fine di novembre abbasserà la saracinesca alle 19 e non più alle 20. Stessa misura per tutti gli altri negozi della capitale francese, con una sola differenza: anziché chiudere alle 19, la vendita terminerà alle 18.
È la nuova faccia di una crisi diversa, di sottoproduzione, quasi. E a rendere il tutto ancor più paradossale ci pensa un’altra limitazione imposta ai clienti: non si potrà acquistare più di una borsa a persona o più di due articoli di pelletteria a testa. «Non si tratta di rifiutare una vendita – ha spiegato un commesso al quotidiano francese Le Monde - ma di una auto-limitazione destinata a soddisfare il maggior numero di clienti». Sì, ma vallo a spiegare a quei clienti che magari fanno la fila per poter sfoggiare una sgargiante Luois Vuoitton. Dovranno attenersi alle regole. Regole commentate così da Le Monde: «La crisi? Ma quale crisi. I fiumi di turisti, essenzialmente asiatici, che si accalcano nel grande negozio parigino - scriveva Le Monde - sembrano dimostrare che almeno nell'universo del lusso, l'opulenza è di ritorno. L'era delle grandi spese è tornata, in modo più importante che prima della crisi». Un modo oltre che importante, anche inatteso, se si è paventato il rischio di non riuscire a soddisfare le rischieste dei clienti a Natale. «Stiamo assistendo a un forte rimbalzo dopo la crisi - ha dichiarato un dirigente del gruppo - determinato anche dal calo dell'euro».
Secondo LVHM, la forte richiesta dei clienti asiatici di marchi parigini del lusso risiede nel fatto che i prezzi nella capitale francese sono spesso molto più bassi rispetto a quelli praticati all'estero, di circa il 40% rispetto a Pechino e del 30% rispetto ad Hong Kong. Intanto, durante la prima metà dell’anno Louis Vuitton ha realizzato una crescita a due cifre nelle vendite, con un balzo imperioso negli utili (+53%). Risultati positivi raggiunti anche da altre aziende del settore, come la Hermes o la Richmond. Segno che il mondo del lusso e della moda sono a prova di crisi.

Ne è testimonianza la fashion week milanese che si è chiusa portando con sé numeri importanti.

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