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Tunisia, Ben Alì: "Basta sparare su chi protesta" La folla in corteo nella capitale: "Abbiamo vinto"

Dopo otto giorni di scontri il presidente tunisino fa un passo indietro e parla al Paese in un messaggio televisivo: giù i prezzi di zucchero, pane e latte e maggiore libertà di informazione. La folla, nonostante il coprifuoco, si è riversata nelle strade di Tunisi per festeggiare la vittoria. Le immagini

Tunisia, Ben Alì: "Basta sparare su chi protesta" 
La folla in corteo nella capitale: "Abbiamo vinto"

Tunisi - Un passo indietro sull'orlo del baratro. Dopo 8 giorni di scontri e 66 vittime, il presidente tunisino Ben Alì ha parlato al popolo con un messaggio televisivo chiaro e distensivo: la polizia non sparerà più ai manifestanti e diminuiranno le tasse sul prezzo di pane, latte e zucchero. Non solo, il capo di Stato ha anche assicurato che non cambierà la costituzione a suo vantaggio per potersi ricandidare alle elezioni del 2014. Un messaggio che ai più è sembrato il messaggio di resa di un presidente sotto assedio che ha dovuto azzerare ministri e collaboratori per paura che il paese scivolasse in un golpe. La capitale, nonostante il coprifuoco, è stata invasa dalla folla.  Con urla di trionfo la gente è scesa in piazza subito dopo il discorso del presidente Ben Alì. "Viva viva Ben Alì!" alcuni degli slogan che risuonavano. "Abbiamo avuto quello che volevamo"- ha spiegato un ragazzo - "la libertà , la libertà di stampa, la democrazia". Alcune migliaia di persone si sono raccolte in Avenue Bourghiba, dirette verso la piazza con la Torre dell'Orologio.

Il giorno dopo il grande caos che ha portato la Tunisia sull'orlo del colpo di Stato, la tensione è stata alta fino al tardo pomeriggio. Il presidente tunisino Ben Alì ha ordinato alle forze di sicurezza di non usare più le armi da fuoco contro i manifestanti. Parlando alla televisione ha anche annunciato di aver ordinato la riduzione del prezzo del pane, del latte e dello zucchero. Il presidente, al potere dal 1987, ha poi annunciato che non si ricandiderà alle elezioni presidenziali del 2014.

Scontri in tutto il Paese Secondo le associazioni per i diritti umani le vittime dall'inizio degli scontri sarebbero 66. Oggi la polizia ha represso nel centro della Capitale una manifestazione, nel centro di Tunisi i giornalisti presenti raccontano di spari e colonne di fumo; la zona commerciale della città è stata chiusa. Si registrano anche le prime due vittime europee: un insegnante francese e una svizzera di origini tunisine. La rivolta arriva anche nelle località turistiche della costa, ad Hammamet è stati saccheggiati e devastati centri commerciali e a Sousse ci sono stati scontri con i manifestanti. Tensione anche a La Marsa e Sidi bou said, due località abitate anche da cittadini italiani. In serata il presidente Ben Alì terrà un discorso alla nazione in tv.

Violato il coprifuoco Nella notte vari gruppi di manifestanti hanno violato il coprifuoco imposto dal ministro dell'Interno per motivi di sicurezza. Durante queste incursioni un giovane manbifestante è morto sotto il fuoco delle forze dell'ordine. Nuovi scontri si registrano questa mattina in Tunisia tra polizia e manifestanti. Il primo bilancio parla di quattro morti tra i dimostranti. Secondo quanto riferisce la tv araba al-Jazeera, teatro delle violenze sono state le città di Menzel Bourguiba, a nord della capitale, e Biserta, a nordovest di Tunisi. Inoltre, è stata confermata la morte di un giovane, colpito ieri sera da colpi d’arma da fuoco della polizia nella periferia di Tunisi. La vittima si chiama Majdi Nasri e secondo alcuni suoi parenti sarebbe stato ucciso durante uno scontro tra manifestanti che violavano il coprifuoco e agenti di polizia.

L'esercito ha lasciato la capitale L’esercito tunisino si sta ritirando dal centro di Tunisi. Secondo quanto riferisce la tv satellitare ’al-Arabiyà, le unità dell’esercito che ieri erano state posizionate in difesa dei punti chiave della città si stanno ritirando al di fuori del centro urbano. I militari erano stati posti a protezione delle sedi istituzionali nel timore che fossero prese d’assalto dai manifestanti.

La tv araba, inoltre, rende noto che nella notte i manifestanti hanno dato fuoco ad alcuni ufficili pubblici e ad alcune auto usate dalle autorità in diversi quartieri della città. Le violenze si sono registrate nella zona di Marsa, nel sobborgo di Ettadhamoun e nell’area di al-Karama. 

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