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Un film estivo come classico di Natale: il segreto di "Una poltrona per due"

Una geniale intuizione dietro la trasformazione di "Una poltrona per due" in un film di Natale. Ma forse c’è anche dell’altro

Un film estivo come classico di Natale: il segreto di "Una poltrona per due"

Il conto alla rovescia è ormai giunto al termine. Mancano solo poche ore a quello che ormai è divenuto un grande "evento laico" della Vigilia di Natale: la messa in onda de "Una poltrona per due".

Ebbene sì, non vogliamo essere irrispettosi ma per non poche persone le feste iniziano con il film di John Landis. Anche quest’anno la tradizione è rispettata. Su Italia 1 sarà riproposta la pellicola del 1983 che, nonostante lo scorrere del tempo, è divenuta un appuntamento fisso per milioni di persone. Sì, perché a tanti anni dalla sua realizzazione, il film riesce a intrattenere una platea di pubblico abbastanza ampia e varia. Certo, il lungometraggio è divertente e ha come protagonisti stelle indiscusse del cinema mondiale: Eddie Murphy, Dan Aykroyd e Jamie Lee Curtis. E questo solo per citarne alcune. Eppure non sono questi elementi a rendere speciale "Una poltrona per due".

Il film, infatti, nel corso del tempo ha sviluppato una sua particolarità che lo rende davvero unico. Sia chiaro. Questo ragionamento vale solo per l’Italia. Il lungometraggio è riuscito nell’impresa, assolutamente difficile, di divenire il film di Natale per eccellenza. Eppure di natalizio ha ben poco.

Iniziamo dicendo che quando la pellicola debuttò al cinema negli Stati Uniti era una giornata di giugno. In Italia arrivò nel gennaio dell'anno successivo. Nel film il Natale fa solo da sfondo alla storia che si sviluppa. Per di più alla sacra festa non viene data neanche troppa importanza: basti pensare che a parte l'ambientazione temporale, un po’ di neve e qualche decorazione natalizia non c’è altro. Come se non bastasse, "Una poltrona per due" è incentrato su una sorta e discutibile esperimento sociale compiuto dai fratelli Randolph e Mortimer Duke. Nel film, invece dei buoni sentimenti, che comunque non mancano, spiccano aspetti negativi come l’arroganza, il disprezzo, l’insensibilità e l’avarizia.

E allora perché il film è legato al Natale? Se ci si basa solo sulla trama la risposta è una e inequivocabile: praticamente niente. C’è un però. Perché in Italia è divenuto un classico delle festività grazie alla televisione. Da anni la pellicola è trasmessa durante il periodo delle feste, in particolare il 24 dicembre. Una scelta forse inizialmente casuale. Sta di fatto che, con il passare del tempo, si sono prodotte le condizioni affinché si creasse un legame praticamente indissolubile tra film e Natale.

Nel nostro Paese la prima messa in onda risale al 9 aprile del 1986. Un film come un altro, all’epoca. Perfetto per trascorrere del tempo in modo leggero. Una prima svolta arriva nel 1996. Da quell’anno la pellicola inizia ad essere inserita nella programmazione di dicembre. La data, però, non era ancora fissa. Nonostante i numerosi passaggi televisivi, il film ha continuato a riscuotere un grande successo. Gli anni passano ma non l’interesse del pubblico per "Una poltrona per due". Certo, all’epoca il legame tra il lungometraggio e il Natale non esisteva. Il colpo di genio, se così si può dire, lo ha Luca Tiraboschi, per anni direttore di Italia1, che dal 2008 decide di trasmettere il film sempre alla Vigilia di Natale.

La decisione presa si è rivelata essere un grande successo. Perché da quel momento "Una poltrona per due" è divenuto il classico di Natale. Una sorta di evento laico che ci introduce nelle feste. Magari ci sono persone che lo guardano distrattamente. Perché quella sera si vuole stare in famiglia. Ed è giusto che sia così. Anche se non lo si segue con attenzione vi è un elemento importante, quasi irrinunciabile: le immagini devono scorrere sullo schermo. Poi, magari, al momento di alcuni passaggi salienti si guarda la tv. Forse c’è un motivo specifico che spiega quanto sia forte il legame (ripetiamo, solo in Italia) tra film e Natale. Ad individuarlo è stata Laura Casarotto, direttore Italia1, che in passato ha spiegato: "Credo che ‘Una Poltrona per Due’ funzioni perché a Natale vogliamo sentirci raccontare sempre la stessa storia: ai bambini si parla di Babbo Natale e anche i più grandi vogliono la loro". Aspetti psicologici, quindi.

L’intuizione potrebbe essere esatta. Forse "Una poltrona per due" ci accompagna nelle festività ma è il Natale con la sua dolce atmosfera a rendere speciale il film. La sera della Vigilia si sta a casa con chi si vuole bene, ci si delizia il palato con i piatti delle feste, si resta incantati dalle mille luci che colorano alberi e presepi. Il tutto mentre all’esterno, nelle fredde strade, impera solo un profondo e struggente silenzio. Ecco, l’accogliente ambiente familiare esalta la visione di un film che magari qualcuno ha visto e rivisto numerose volte. Se la messa in onda avvenisse in un’altra data, seppur fissa, forse non avrebbe lo stesso impatto.

Ma non si può escludere anche altro. Forse proprio il forte contrasto tra la trama, tutt’altro che dolce e strappalacrime come si dovrebbe visto il periodo, e lo spirito natalizio è un’altra chiave che potrebbe spiegare la trasformazione del film in un simbolo laico delle feste. In altre parole ci potrebbe essere la voglia di emozionarsi e farsi due risate su una storia un po’ cattivella.

Un contributo importante alla creazione del "mito" de "Una poltrona per due" lo ha dato anche il mondo dei social. Su Facebook, ad esempio, esiste "Quanti giorni mancano a 'Una poltrona per due'", una pagina dedicata al conto alla rovescia per la messa in onda del film. Post vengono pubblicati praticamente già dal 25 dicembre. Sono molti i follower che commentano le foto con i "mi piace" e altre emoticon. Divertente, poi, vedere il post quando magari si è al mare in estate. Ci si sente parte di un gruppo, per di più molto ampio, con persone che hanno lo stesso obiettivo: scandire il passare del tempo per riguardare "Una poltrona per due" immersi nella dolce e rassicurante atmosfera del Natale. Lo scorrere inesorabile del tempo. Magari c’è anche chi guarda il film perché il lungometraggio riporta alla memoria ricordi delle feste passate, quando già lo trasmettevano.

Permetteteci di raccontare una ultima curiosità sul film che riguarda noi de ilgiornale.it. A fine novembre si era parlato in redazione della possibilità di realizzare un lavoro: scrivere un articolo dedicato al lavoro di Landis. Non conoscevamo ancora i palinsesti. E se non fosse stato trasmesso? Ma no! Noi non avevamo dubbi. Siamo andati a colpo sicuro. E i fatti ci hanno dato ragione. Anche quest’anno la tradizione è stata rispettata.

Buona visione e buon Natale.

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