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Unioni omosessuali legali da oggi in Gran Bretagna

Londra ha scelto una legislazione meno oltranzista di quelle già in vigore in altri Paesi europei: più che di nozze si tratta di diritti

Unioni omosessuali legali da oggi in Gran Bretagna

Erica Orsini

da Londra

Il dado è tratto. Dopo anni di polemiche, da oggi anche in Gran Bretagna le coppie gay che lo vorranno potranno ufficializzare la loro unione. Da questa mattina infatti, in base a una nuova legge che consente le unioni civili tra persone del medesimo sesso, è possibile presentare una richiesta per il riconoscimento legale di queste coppie di fatto. E secondo la nuova legislazione, gay e lesbiche che vivono sotto lo stesso tetto avranno riconosciuti gli stessi diritti che hanno le coppie eterosessuali sposate, essenzialmente per quanto riguarda proprietà di beni (immobili e no) ed eredità. Dopo la presentazione della domanda, ci vorranno almeno 14 giorni perché le coppie possano formalizzare, registrandola, la loro unione.
Per molti gay si tratta del raggiungimento di un traguardo importantissimo, un sogno che finalmente verrà coronato dopo anni di attesa. E nelle prossime settimane sembra che saranno centinaia le coppie che si presenteranno negli uffici di Stato civile di tutto il Paese. Nella maggior parte si tratterà di riti semplici, senza clamore, cerimonie riservate con i parenti e gli amici più stretti. Nulla da sbandierare, soltanto una gioia da festeggiare “in famiglia”. «Direi che il 75 per cento dei gay desiderano fare una cerimonia semplice - ha detto Debra Reynolds di Brighton, la città considerata la capitale gay britannica -, senza clamore. Molti di noi sono insieme da decine d’anni e vogliono soltanto poter formalizzare questa realtà». Persino per il re della canzone Elton John, gli anni del “vizietto” sono lontani. Anche se il suo sarà uno dei primi matrimoni gay inglesi, tutto dovrebbe svolgersi nel modo più discreto possibile. «Sarà tutto molto dignitoso - ha spiegato l’icona del pop che il 21 dicembre legalizzerà la sua unione con David Furnish, suo partner da più di 10 anni -, si tratterà di una questione familiare, i nostri genitori ci faranno da testimoni».
Ma anche se tutti cercano di stemperare i toni e mantenere un basso profilo, forse per non dar adito a nuove polemiche, le organizzazioni gay gongolano per questa nuova “vittoria”. «Stiamo per ottenere quello che meritiamo», ha dichiarato il direttore del Rainbow Project, uno degli organismi dell’Irlanda del Nord che fornisce informazioni e sostegno a gay e bisessuali.
Va detto che la legge approvata in Gran Bretagna è diversa e meno oltranzista di quella già in vigore in Spagna, Belgio e Olanda. L’unione civile britannica non è un matrimonio ove due persone si scambiano promesse in forma civile e religiosa, ma è qualcosa di molto più “pragmatico” che prevede soltanto la firma su alcuni documenti nell’ambito di una procedura civile che estende in questo modo anche agli omosessuali i diritti delle coppie eterosessuali. Punto e basta. Seppur meno “scandalosa” quindi delle procedure adottate negli altri Paesi, la legge non ha mancato di sollevare feroci polemiche ed è stata pubblicamente “bocciata” dall’arcivescovo cattolico di Cardiff che per il provvedimento ha avuto parole di fuoco. «Quello che il governo dovrebbe fare in termini politici - ha detto il reverendo Smith - è supportare il matrimonio, non tentare di scardinarlo».

E il commento non può sorprendere più di tanto se si pensa che l’omosessualità è stata legalizzata in Irlanda del Nord soltanto nel 1982 e in Inghilterra e in Galles 15 anni dopo. Ormai però, i tempi dello slogan “Salvate l’Ulster dalla sodomia” sembrano finiti per sempre.

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