Cronache

Val di Susa, riprendono le proteste anti-Tav Presidio degli attivisti per impedire i lavori

Dalla scorsa notte, esponenti del movimento No-Tav e del Movimento 5 stelle hanno occupato la zona in cui verrà costruito un tunnel necessario alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Guarda il video

Val di Susa, riprendono le proteste anti-Tav 
Presidio degli attivisti per impedire i lavori

Val di Susa - Ripartono le proteste in Val di Susa contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Per realizzare l'infrastruttura a Chiomonte (Torino), nell’area della Maddalena dovrà essere costruito un tunnel geognostico, propedeutico alla realizzazione della linea ferroviaria ad Alta velocità Torino-Lione.

Il presidio Per evitare l'avvio dei cantieri, gli attivisti del movimento No Tav stanno presidiando la zona. A loro si sono uniti anche esponenti locali del Movimento 5 stelle, che ha trasferito un mini ufficio nell’area del futuro cantiere. Circa duecento persone hanno bloccato le strade creando delle barricate con tronchi d’albero, tubi e vecchie traversine della ferrovia per impedire l’accesso al cantiere della Torino-Lione. Il momento più caldo si è avuto quando alcuni manifestanti hanno lanciato delle pietre verso il personale delle ditte che dovrebbero fare i lavori e le forze dell’ordine. Un lancio di pietre che ha costretto anche la chiusura dell’autostrada. La corsia nord dell’autostrada è stata riaperta alle 4,30 di questa mattina, mentre la corsia sud è rimasta chiusa, per favorire la ripulitura del manto stradale da oltre duecento pietre, alcune anche di grosse dimensioni, fino alle 6,30. Le forze dell’ordine stanno lavorando per identificare gli autori delle minacce e dei fatti della scorsa notte. La recinzione dell’area in cui si scaverà va fatta entro il 31 maggio secondo Jan Brinkhorst, coordinatore del Corridoio 5. Pena la perdita dei 671 milioni di finanziamenti comunitari.

Istituito il comitato di crisi In un comunicato, i sindaci della zona annunciano: "Al fine di essere vicini ai cittadini che si stanno mobilitando è stato istituito un Comitato di crisi delle amministrazioni comunali per fronteggiare le emergenze che si potranno verificare in queste contingenze". Nella nota gli amministratori ribadiscono le loro perplessità su un metodo che mette in evidenza forti carenze nelle procedure di autorizzazione del progetto e sulla gestione dei rapporti con gli enti territoriali che hanno manifestato la loro opposizione alla nuova linea ferroviaria sino ad escluderli dai tavoli di confronto. I sindaci "preso atto della decisione di utilizzo delle forze dell’ordine per iniziare i lavori e imporre così una scelta non condivisa dalla maggioranza delle Comunità locali e rilevata la grande tensione presente in Valle, tensione che potrebbe sfociare in episodi tali da mettere a repentaglio l’ordine pubblico" si dicono però "disponibili a tutti i confronti possibili con chi intende gestire questa fase secondo corrette procedure".

Minacciato il Giro Nei giorni scorsi Alberto Perino, leader dei No Tav aveva minacciato di fermare l’ultima tappa del Giro d’Italia che si svolgerà in Val Di Susa, se necessario, in segno di protesta nei confronti dell’opera.

Ma anche sul fronte contrario all’alta velocità in valle, la posizione ha suscitato polemiche, perchè fermare il Giro avrebbe gravi ripercussioni sull’economia turistica locale. 

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