Guerra in Ucraina

L'ira di Kiev contro il Papa: "Fa propaganda imperialista". Cosa ha detto veramente il Pontefice

Tensioni tra Vaticano e Ucraina dopo le parole di Francesco ai giovani cattolici russi. La Santa Sede smentisce l'interpretazione del portavoce del ministro Kuleba

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Ancora tensioni sull'asse Vaticano-Kiev per alcune dichiarazioni di Papa Francesco. Dal 24 febbraio 2022 non è la prima volta che le autorità ucraine fanno filtrare il loro fastidio per le prese di posizione del Pontefice sulla Russia. Ad aver irritato il governo ucraino sono state le parole pronunciate da Bergoglio in un discorso dello scorso 25 agosto ad un evento dei giovani cattolici russi.

Le parole del Papa

In un videocollegamento al decimo incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia che si è tenuto venerdì scorso a San Pietroburgo, Francesco ha utilizzato parole sulla storia russa che difficilmente si ascoltano in Occidente dopo l'invasione di febbraio 2022. Prima della benedizione ai partecipanti, il Papa ha concluso così il suo intervento:

"Non dimenticate mai la vostra eredità. Siete gli eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei governanti, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell'impero - grande, illuminato, [Paese] di grande cultura e grande umanità. Non rinunciate mai a questa eredità, voi siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti. E grazie. Grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi”.

Rabbia ucraina

I riferimenti storici nel discorso del Papa hanno mandato su tutte le furie le autorità ucraine. Oleg Nikolenko, portavoce del ministro degli affari esteri ucraino, le ha criticate duramente in un post su Facebook bollandole come "propaganda imperialista". Il braccio destro del ministro Dmytro Kuleba si è detto dispiaciuto del fatto che le "idee del grande Stato russo, che, di fatto, sono la causa dell'aggressione cronica della Russia, consapevolmente o inconsapevolmente, provengano dalla bocca del Papa".

Anche il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, l'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, ha commentato dispiaciuto le dichiarazione di Francesco, sostenendo che hanno causato grande dolore nella gerarchia ecclesiastica e grande delusione nella società civile ucraina.

La difesa della Santa Sede

La crisi diplomatica creatasi dopo la pubblicazione del discorso papale ha portato la Santa Sede ad intervenire per provare a spegnere l'incendio. Il nunzio apostolico a Kiev, monsignor Visvaldas Kulbokas, ha smentito l'interpretazione di chi ha letto quelle parole come un incoraggiamento ai giovani russi ad ispirarsi a figure di riferimento dell'imperialismo russ. "Questa rappresentanza pontificia rifiuta fermamente le suddette interpretazioni", ha scritto il diplomatico in un comunicato. Anche Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, si è visto costretto ad intevenire con una nota specificando che "il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c'è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento".

Francesco e l'Ucraina

Da quando è scoppiata la guerra, non è la prima volta che le dichiarazioni di Francesco fanno infuriare il governo di Kiev. Poco più di un anno fa il ministro Kuleba aveva addirittura convocato il nunzio apostolico Kulbokas per esprimere il dissenso ucraino nei confronti delle parole di pietà che Francesco utilizzò per commentare la morte di Darya Dugina, la figlia dell'ideologo putinista Alexander Dugin. Non sono mancati gesti di sostegno del Papa al popolo ucraino come, ad esempio, quando nell'aprile del 2022 sventolò e baciò in Sala Nervi una bandiera ucraina proveniente da Bucha, luogo di un noto massacro. Non sono inedite anche le parole di amarezza delle gerarchie greco-cattoliche ucraine per le posizioni pubbliche del Papa determinate a non chiudere la porta al dialogo con Mosca.

Il Papa sembra non guardare con troppa simpatia ai toni della Chiesa locale come pare suggerire anche il fatto che monsignor Shevchuk, a differenza del suo predecessore, non è stato insignito della porpora cardinalizia.

Francesco, però, è stato anche il Papa che il 16 luglio 2015 ha promulgato il decreto sull’eroicità delle virtù del venerabile Andrea Szeptyckyj, arcivescovo di rito greco-cattolico di Lviv, una delle figure più note della Chiesa ucraina - nonché simbolo dell'identità nazionale - vissuto nella prima metà del Novecento e più volte imprigionato la cui storia è stata raccontata nel libro Per amore del suo popolo con la prefazione del massimo esperto di storia del cristianesimo russo, il professor Giovanni Codevilla.

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