Vaticano

Il Papa atterra in Mongolia ma pensa alla Cina

Inizia il 43° viaggio apostolico di Francesco, sorvolando anche la terra del Dragone. Il Pontefice rimarrà ad Ulan Bator fino a lunedì

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Papa Francesco, partito ieri da Roma, è atterrato questa mattina a Ulan Bator, capitale mongola. L'aereo del pontefice, tra gli altri Paesi, ha sorvolato anche la Cina. Non è un mistero che il grande sogno di Bergoglio sarebbe quello di mettere piede a Pechino. In questi anni la Santa Sede ha dimostrato grande attenzione al dialogo con la Cina, molto spesso non ricambiata.

Il telegramma

Come da prassi quando si sorvola un Paese nel volo, il Pontefice ha inviato un telegramma al capo di Stato. Nel caso cinese, quindi, Francesco si è rivolto al presidente Xi Jinping inviando lui e al popolo cinese "saluti di auguri" ed assicurando ''preghiere per il benessere della Nazione'' oltre ad invocare ''benedizioni divine di unità e pace''. Alle parole del Papa ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin che ha detto che "la Cina è pronta a continuare a lavorare con il Vaticano per impegnarsi in un dialogo costruttivo, migliorare la comprensione, rafforzare la fiducia reciproca".

Nonostante la determinazione di Francesco ad aprire un canale privilegiato premendo per il rinnovo dal 2018 ad oggi dell'Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, Pechino ha dimostrato di non badare troppo al rispetto dei termini ed ha nominato unilateralmente monsignor Shen Bin alla guida della diocesi di Shangai ad aprile. Qualche mese dopo, la Santa Sede che non era stata informata ha avallato la nomina, dando l'impressione di tenere in piedi il dialogo con la Cina a tutti i costi.

Il viaggio in Mongolia

Francesco arriva in un Paese a confine tra Russia e Cina, due Paesi che stanno particolarmente a cuore nella sua visione geopolitica specialmente nell'ambito della ricerca della pace sul conflitto russo-ucraino. In Mongolia il Papa abbraccerà la piccolissima comunità cattolica formata da 1500 fedeli. "Un popolo piccolo di grande cultura", così Francesco ha definito i mongoli a bordo dell'aereo che lo ha portato nella capitale questa mattina. Si tratterrà fino a lunedì prossimo per un viaggio dai risvolti ecumenici ed interreligiosi. La Mongolia, infatti, è un Paese a maggioranza buddista di rito tibetano. Ma domenica il Papa vedrà anche il parroco dell'unica cattedrale russo-ortodossa per rilanciare il suo dialogo con il Patriarcato di Mosca.

Ad accompagnarlo il cardinale Giorgio Marengo, il più giovane membro del collegio cardinalizio che a Ulan Bator è prefetto apostolico e che qui arrivò come missionario nel 2003. Francesco lo ha premiato con la porpora nel 2022 a soli 48 anni pochi giorni dopo averlo ricevuto in Vaticano in compagnia di una delegazione di rappresentanti ufficiali del buddismo mongolo. Quella di Francesco è la prima volta di un Pontefice in Mongolia.

La giornata di oggi sarà dedicata all'accoglienza ufficiale e al riposo dopo il lungo viaggio, domani invece i primi appuntamenti in agenda con la visita al presidente mongolo Ukhnaagiin Khürelsükh e le

altre autorità del Paese e l'incontro finale con il clero locale nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo che fu consacrata nel 2003 dall'allora prefetto della Congregazione Propaganda Fide, il cardinale Crescenzio Sepe.

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