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Viaggio nel passato: nella metro di Mosca tornano Lenin e Stalin

Due frasi dell'inno sovietico riportate in una stazione del centro della capitale, appena restaurata, citano i due «padri della patria comunista». Indignate le ong per i diritti umani

Nella metropolitana di Mosca torna nome Lenin accanto a Stalin. E le organizzazioni per la difesa dei diritti umani protestano. Il ritorno al passato è avvenuto con un blitz notturno nella centralissima stazione Kurskaia della metro moscovita. Le polemiche erano già scoppiate a fine agosto: la stazione era stata riaperta dopo restauri che avevano ripristinato nell'atrio un'iscrizione inneggiante a Stalin, rimossa insieme alla sua statua durante la destalinizzazione avviata da Nikita Krushev a metà anni Cinquanta. Poi, durante lo scorso weekend sono state aggiunge due frasi tratte dal vecchio inno sovietico dove è nominato anche il padre della rivoluzione d'ottobre. Ora, spiega la stampa, i passeggeri possono leggere l'intera strofa: «Attraverso la tempesta è comparso il sole della libertà e il grande Lenin ci ha illuminato un gran percorso», seguita da «Stalin ci ha educato alla fedeltà del popolo e ci ha ispirato al lavoro e a imprese eroiche».
La decisione tanto contestata è stata presa dal capo della metro di Mosca, Dmitri Gaiev: «Mi dicono di togliere la prima citazione, ma perché devo farlo? Questo è l'inno dell'Urss, allora bisogna negare anche l'esistenza dell'Urss? Togliere il nome di Stalin? L'abbiamo già fatto nel 1937, quando venivano cancellati i nomi delle persone indesiderate che venivano eliminate», si difende evocando le purghe staliniane. «Abbiamo deciso di ripristinare pienamente il testo originario, così com'era all'apertura della stazione nel 1950». Aleksandr Kusmin, capo architetto di Mosca, non solo condivide, ma aggiunge: «Se abbiamo deciso di restaurare la stazione, bisogna ripristinare tutto com'era prima. Io non sono stalinista, ma provo rispetto per l'attività artistica di coloro che hanno lavorato prima di me» spiega. Tanto che lui rimetterebbe anche la statua di Stalin.
L'iniziativa ha scatenato nuove critiche da parte delle ong. L'attivista Liudmila Alexeieva si dice indignata: «Stalin fece eliminare milioni di nostri concittadini, ma anche Lenin non fu un angelo». E fa notare che in Germania non vengono ripristinati monumenti a Hitler. Così ha deciso di protestare a modo suo: «Non metterò più piede nella stazione Kurskaia, la boicotterò nei miei spostamenti nella metro».

Doppiamente soddisfatti invece i comunisti, che hanno protestato a San Pietroburgo per la rimozione notturna avvenuta segretamente, «senza discussione pubblica, in disprezzo della volontà popolare», di una storica statua di Lenin che in aprile era stata danneggiata da un'esplosione.

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