Cronaca internazionale

"Maddie sono io", poi la verità: cosa ha detto la ragazza polacca

La ragazza si scusa durante un'intervista concessa alla Bbc: "Non era mia intenzione ferire nessuno"

 "Maddie sono io", poi la verità: cosa ha detto la ragazza polacca

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Era davvero convinta di essere in realtà "Maddie" Madeleine Beth McCann, la bimba inglese sparita misteriosamente nella sera dell'ormai lontano giovedì 3 maggio 2007 a Praia da Luz, località di villeggiatura frazione di Lagos nella regione di Algarve, in Portogallo: Julia Wandelt, la 22enne polacca protagonista di questa vicenda, ha chiesto scusa e raccontato la sua vicenda durante un'intervista concessa alla Bbc.

Julia ha provato sulla sua pelle cosa significa l'odio social, dopo aver creato la pagina "iammadeleinemccan" per portare l'attenzione sul caso e far luce sulle sue origini, anch'esse decisamente poco chiare: la grande somiglianza tra i suoi lineamenti e quelli che potrebbe avere oggi Maddie ha fatto il resto, riaccendendo una speranza che si era oramai estinta da tempo. Un odio talmente profondo, quello che si è sviluppato dopo che il test del Dna ha confermato che non si trattava della stessa persona, da portare qualcuno addirittura a mettere sulla sua testa una taglia da 30mila euro.

"Non ho mai avuto intenzione di ferire nessuno, compresi i McCann", dichiara la 22enne in un episodio della serie di podcast della Bbc Radio 4 'Perché mi odi?', "volevo davvero sapere chi sono". Se potesse tornare indietro nel tempo, Julia spiega che non creerebbe mai più il profilo social bersagliato. "Non andrei mai sui social media. Può distruggerti", aggiunge.

Julia racconta del suo passato traumatico, fatto di abusi sessuali e violenze, che l'ha segnata per sempre: a 20 anni va in terapia e inizia a comprendere che la sua vita ha enormi "buchi", con scarsi e frammentari ricordi. Per i medici si tratta di un sistema di difesa della mente quando si è vittima di abusi, ma lei capisce che c'è qualcosa di strano e inizia a sospettare di essere stata adottata. I silenzi dei familiari non fanno altro che alimentare i suoi dubbi e lei inizia a informarsi su persone scomparse, imbattendosi nel caso di Maddie. Tra le foto dei sospettati del rapimento della bimba c'era un uomo simile a uno di quelli che aveva abusato di lei. "So come appare il mio aggressore. E so che è molto, molto simile ai sospettati della pagina di Madeleine McCann". A ciò si aggiunge l'incredibile somiglianza, con tanto di "coloboma dell'iride", rara anomalia dell'occhio riscontrabile anche in Maddie che colpisce un bambino su 10mila.

La 22enne contatta le autorità inglesi ma nessuno le crede, e la pagina social creata ha un effetto boomerang: oltre a chi la sostiene c'è chi la bersaglia con minacce."Sapevo che ci sarebbero state persone che non mi avrebbero creduto e che mi avrebbero odiato, ma non mi aspettavo di ricevere minacce di morte", dice la 22enne."La gente diceva: dovresti morire, dovresti essere violentata, dovresti essere uccisa".

Ciò nonostante va avanti con le sue ricerche per scoprire la verità, fino a quando non decide di sottoporsi a un test del Dna: altrettanto non fanno né i suoi genitori né i McCann. I risultati mostrano che ha origini lituane e romene, quindi in effetti era stata adottata, ma non si poteva trattare di Maddie. A quel punto sui social gli haters si scatenarono ancora di più.

"Ho chiesto scusa sui social ai McCann perché non li conosco personalmente e non sapevo se stessero assistendo a questa vicenda, non volevo che si sentissero tristi", conclude Julia.

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