Cronaca internazionale

La miniera cripto della Cina, i missili atomici e l'allarme di Biden: lo strano intrigo nella base Usa

Un’indagine ha identificato elevati rischi per la sicurezza nazionale degli Usa posti da un impianto di criptovaluta nel Wyoming, non distante da una base dell'Air Force

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La miniera cripto della Cina, i missili atomici e l'allarme di Biden: lo strano intrigo nella base Usa

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Gli Stati Uniti hanno ordinato ad una società di origine cinese situata nel Wyoming di chiudere e vendere la miniera di criptovalute che aveva costruito ad un miglio di distanza da una base dell’aeronautica militare americana. Non una base qualunque, ma la F.E. Warren di Cheyenne, e cioè una struttura che controlla anche missili balistici intercontinentali dotati di testate nucleari. L’impianto di criptovalute, si legge in un ordine esecutivo firmato da Joe Biden in persona, "presenta un rischio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti" perché le sue attrezzature potrebbero essere utilizzate per la sorveglianza e lo spionaggio. Non è la prima volta che le autorità americane intervengono in casi simili per questioni di sicurezza nazionale. Le aziende controllate o legate in qualche modo alla Cina, dislocate in terreni vicini a siti militari o politici degli Usa, sono infatti più volte finite nell’occhio del ciclone.

L’ordine di Biden: cosa è successo negli Usa

Secondo quanto riportato dal New York Times, un’indagine ha identificato elevati rischi per la sicurezza nazionale degli Usa posti da un impianto di criptovaluta nel Wyoming, non distante da una base dell'Air Force e a un centro dati che lavora per il Pentagono. Già lo scorso ottobre Microsoft, che gestisce un vicino centro dati a supporto del Pentagono, aveva segnalato il sito collegato alla Cina al Comitato federale per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, avvertendo che avrebbe potuto consentire ai cinesi di "perseguire operazioni di raccolta di informazioni a tutto campo". Il dossier ha adesso attirato l’attenzione del governo che ha così deciso di intervenire.

L'ordine, diretto a una società offshore chiamata MineOne Partners Limited e alle entità MineOne correlate registrate nel Delaware, non specificava quali fossero i rischi. Ma il rapporto di Microsoft parlava chiaro: "Suggeriamo la possibilità che la potenza di calcolo di un'operazione di cryptomining di livello industriale, insieme alla presenza di un numero non identificato di cittadini cinesi in diretta prossimità del Data Center di Microsoft e di una delle tre basi strategiche per i missili negli Stati Uniti, fornisca vettori di minaccia significativi". Da qui la decisione di far scattare il semaforo verde all’attività citata.

Risultato: la miniera deve cessare immediatamente le operazioni e i proprietari sono costretti a rimuovere tutte le attrezzature entro 90 giorni, nonché a vendere o trasferire la proprietà entro 120 giorni. La maggior parte dei macchinari che alimentano le operazioni di cryptomining negli Stati Uniti, non a caso, è prodotta da aziende cinesi. Ricordiamo che le attività di questo tipo sono ospitate in grandi magazzini o container di spedizione pieni di computer specializzati che di solito funzionano 24 ore su 24, eseguendo trilioni di calcoli al secondo, alla ricerca di una sequenza di numeri che li ricompensi con nuove criptovalute.

Blindare la sicurezza nazionale

La sicurezza nazionale sembrerebbe dunque esser diventata la parola d’ordine di Cina e Stati Uniti. E, oltre ad aziende private, nel mirino delle autorità statunitensi sarebbero finite le miniere di Bitcoin gestite dai cinesi e presenti, in abbondanza, sul suolo americano. Il NYT, ad esempio, ha trovato miniere di Bitcoin di proprietà o gestite da cinesi in almeno 12 Stati, tra cui Arkansas, Ohio, Oklahoma, Tennessee, Texas e Wyoming. Queste strutture, nel complesso, utilizzano una quantità di energia pari a quella di 1,5 milioni di case. Alcune sono di proprietà di persone o aziende legate al governo cinese o al Partito Comunista.

L'ordine del Presidente Biden giunge sulla scia della sua firma, a fine aprile, di una legge bipartisan che vieta l'applicazione di social media TikTok negli Stati Uniti, a meno che il suo proprietario cinese non la venda.

Questa è anche la seconda volta nelle ultime settimane che le operazioni di cryptomining di proprietà cinese sono state prese di mira da funzionari eletti. All'inizio di maggio il governatore repubblicano dell'Arkansas, Sarah Huckabee Sanders, ha firmato due leggi che limitano la proprietà straniera delle operazioni di cripto-minerazione nello Stato.

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