"Una strage annunciata sui social". Cosa c'è dietro la vicenda di Palermo

Si indaga sulla strage avvenuta ad Altavilla Milicia. Su essa l'ombra del fanatismo settario: "In base alle interviste rilasciate dai vicini di casa, emergerebbe il fanatismo del padre"

"Una strage annunciata sui social". Cosa c'è dietro la vicenda di Palermo

La parola setta ricorre nella cronaca della strage compiuta ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, nella quale sono stati uccisi, in date presumibilmente precedenti al ritrovamento, l’11 febbraio 2024, Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emanuel. Per il triplice omicidio è accusato il marito e padre delle tre vittime, Giovanni Barreca, ma gli inquirenti stanno vagliando anche le posizioni di due amici di famiglia, Massimo Carandente e la convivente Sabrina Fina.

Il poco che è emerso lo si sa anche grazie alla testimonianza della figlia maggiore di Barreca, incredibilmente risparmiata al massacro. Stando alle prime ricostruzioni, in casa sarebbe stato messo in atto un presunto esorcismo: Barreca, dopo aver frequentato dei gruppi religiosi, se ne sarebbe separato, optando per preghiere casalinghe.

Tuttavia Dio e il Diavolo sarebbero stati sempre al centro dei suoi post social, dove seguiva alcuni presunti predicatori, e questi sarebbero stati gli argomenti dei suoi discorsi con le persone che lo circondavano. “Questo tipo di fanatismo, in cui non c’è più la capacità di occuparsi di altri argomenti nella vita e tutto è incentrato sulla presenza del demonio, è un fanatismo patologico” spiega a IlGiornale.it Lorita Tinelli, una delle massime esperte italiane di manipolazione mentale, psicologa e fondatrice del Cesap (Centro Studi sugli Abusi Psicologici).

Dottoressa Tinelli, nella strage di Altavilla Milicia si è parlato di sette. Un avvenimento simile, se così fosse provato, è già accaduto in passato?

“Assolutamente sì, nel senso che reati commessi a seguito dell’appartenenza a gruppi radicalizzati, anche costituiti da due o tre persone, sono accaduti”.

Cioè?

“Alla fine degli anni ’70 abbiamo assistito a un grande suicidio di massa, quello di Jonestown, che nasceva proprio dalle stesse basi: un leader carismatico che aveva preso il controllo su quasi mille persone, rendendole fanatiche, facendole aprire incondizionatamente alla sua teoria e pensare che il mondo fuori fosse demoniaco e cattivo, tanto da portare questa gente dagli Stati Uniti alla Guyana, in una giungla dove hanno lavorato duramente, bambini e adulti, fino alla morte”.

Però a Altavilla Milicia non è avvenuto un suicidio di massa.

“La storia ci riporta diverse tragedie umane di questo genere, anche se con numeri inferiori. Un’adesione di questo genere può portare a queste tragedie. Non è un’appartenenza equilibrata, ma basata sul fanatismo”.

Si può effettivamente parlare di settarismo, o di un semplice integralismo religioso?

“Le due cose non sono così separate. L’integralismo è una forma di radicalizzazione, di settarismo, che porta ad aderire incondizionatamente a qualche personaggio che promuove delle dottrine e vuole avere il controllo sui suoi adepti. Alcuni gruppi hanno maggiore tendenza a portare avanti delle dottrine fanatiche e a separarsi dal mondo, oltre che sollecitare o suggestionare anche eventuali patologie che una persona ha”.

E poi?

“Quando si incentra la propria teoria salvifica sulla presenza del demonio ovunque siamo di fronte a una forma di indottrinamento pericoloso, patologico. Perché va a istillare un atteggiamento di paura, e alimenta un delirio mistico”.

L'atteggiamento comune è di incredulità. Ma ci sono delle avvisaglie in questi casi? Quali sono potenzialmente?

“Nel caso specifico bisognerebbe capire cosa è successo a questa famiglia, che sicuramente aveva le sue problematiche. In base alle interviste rilasciate dai vicini di casa, emergerebbe il fanatismo del padre, che trattava solo di un argomento: vedeva il diavolo dappertutto. E già questo avrebbe potuto sollecitare delle riflessioni. Questo tipo di fanatismo, in cui non c’è più la capacità di occuparsi di altri argomenti nella vita e tutto è incentrato sulla presenza del demonio, è un fanatismo patologico”.

Quando succedono questi eventi, si spulciano i profili social di chi ha commesso un delitto. Cosa ci possono dire questi profili?

“Appunto il fanatismo. Il profilo social di questa persona conteneva pastori che predicavano e facevano esorcismi, che cacciavano il male e i demoni. Cioè era la sua ossessione quest’argomento. E di solito chi compie, in generale, degli omicidi o delle stragi manifesta già un’ossessione per un argomento, che può poi spiegare il motivo del suo comportamento. A posteriori purtroppo, per chi non sa leggere prima queste avvisaglie”.

Il fanatismo può aggravare l’isolamento rispetto a una comunità più ampia?

“Certo. Isolarsi significa diventare più ossessivi rispetto a quell’idea di riferimento. E quindi non avere nessun’altra persona o situazione che va a stemperare l’ossessione.

Ma, in genere, chi aderisce in maniera fanatica a delle realtà a deriva settaria viene indirizzato a vedere il mondo in modo da separare bene e male, e quindi a separarsi da persone e situazioni che vengono definite maligne. E l’isolamento va a rafforzare i contenuti del delirio mistico”.

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