Coronavirus

Covid, la scoperta nelle provette: "C'è una caratteristica che ci spaventa"

La rivelazione dal laboratorio di Pomezia, dove si produce il vaccino: "Il virus attacca più organi, non solo i polmoni"

Covid, la scoperta nelle provette: "C'è una caratteristica che ci spaventa"

Gli scienziati di tutto il mondo lavorano da mesi per produrre il vaccino contro il Covid-19. Il più promettente è l'Azd1222, sviluppato dall'Università di Oxford e prodotto anche nel laboratorio Advent-Irbm di Pomezia, che a maggio aveva fornito le prime provette. Nonostante la pausa alla sperimentazione, imposta per analizzare un possibile effetto collaterale grave, emerso in alcuni pazienti volontari del Regno Unito, il vaccino di Oxford è quello in cui sono riposte le maggiori speranze. Dopo qualche giorno, infatti, i test erano ripresi regolarmente.

E ora, da Pomezia, arriva l'ultima rivelazione sul nuovo coronaviru, come ha spiegato a Repubblica la direttrice scientifica di Advent-Irbm Stefania Di Marco: "Il virus non attacca solo i polmoni, ma una pluralità di organi. I reni, il fegato e, ora è stato dimostrato, anche il cervello". A sostegno della scoperta ci sono due recenti ricerche, che hanno individuato gli effetti del Covid-19 sul cervello di esseri umani e topi: "Non me li aspettavo- ammette Di Marco-un virus respiratorio di solito lascia cicatrici sui polmoni ma non intacca altro". La scoperta ha sorpreso anche Annalisa Di Marco, a capo della sezione High-Content Biology e Screening della Irbm, secondo cui "l'aggressione a più organi è la caratteristica che più spaventa del Covid". Non solo, perché il virus "ha una trasmissibilità elevatissima", come ha spiegato a Repubblica il direttore della szione Chimica, Christian Montalbetti.

Le nuove caratterische emerse rendono ancora più urgente lo sviluppo del vaccino in tempi brevi. "Lo stop temporaneo dei test è stata una cosa di routine - ha spiegato a Repubblica l'amministratore delegato di Irbm Pietro Di Lorenzo - capita quando il campione è ampio e composto anche da soggetti non perfettamente sani". Ma appena gli scienziati hanno capito che la reazione avversa non era dipesa dal vaccino, la sperimentazione è ripresa. E ora, "se tutto andrà liscio, l'Italia avrà 3 milioni di dosi entro la fine dell'anno, da somministrare alle persone più a rischio: anziani e operatori sanitari". Nel frattempo, nonostante le fiale per la sperimentazione siano state già consegnate, si continua a tenere sotto controllo il siero candidato anti-Covid, nel corso della Fase 3, "quella cruciale per stabilire se il vaccino è efficace e sicuro".

La popolazione cinese, invece, attende le prime dosi già per "novembre o dicembre", a detta di un esperto del Centro cinese per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Il Global Times ha riferito della presenza di 5 possibili vaccini sviluppati in Cina, la cui sperimentazione procede "senza intoppi".

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