Cronache

Nave quarantena per i migranti: ma non può fermare l'assalto alla Sicilia

La nave quarantena si fermerà in rada a Porto Empedocle, potrà ospitare circa 250 migranti. Nella prima decade di maggio però gli arrivi autonomi hanno fatto registrare numeri superiori. La nave non potrebbe bastare

Nave quarantena per i migranti: ma non può fermare l'assalto alla Sicilia

L'arrivo della nave quarantena a Porto Empedocle potrebbe non spegnere le polemiche relative all'immigrazione in Sicilia. Si tratta della Moby Zara dell’armatore “Onorato” che, con i suoi circa 250 posti, dovrebbe consentire ai migranti di trascorrere al suo interno la quarantena dopo lo sbarco sulle coste dell’isola maggiore delle Pelagie e nelle coste agrigentine in generale.

Era l’8 aprile scorso quando, di fronte ai primi numerosi sbarchi iniziati dopo la fase clou dell’emergenza sanitaria, il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello aveva rivolto un appello al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese affinché potesse dotare l’isola di un’apposita nave dove far trascorrere ai migranti un periodo di quarantena onde evitare che si diffondessero casi di contagio da coronavirus. Da allora, gli sbarchi non si sono più fermati facendo registrare numeri difficili da gestire soprattutto in assenza dei mezzi necessari richiesti. I migranti sono arrivati a tutte le ore: di notte, all’alba, in pieno giorno e, ogni volta, si è creato il problema di come dare soccorso a tutti garantendo il rispetto dei protocolli di sicurezza sia per gli stessi ospiti che per gli abitanti del territorio.

Di fronte all’escalation dei numeri, all’appello del primo cittadino di Lampedusa si è unito anche quello del suo collega di Pozzallo Roberto Ammatuna. Come si ricorderà, nell’hotspot del porto ragusano si è registrato fra i migranti un caso di positività al virus. Dopo quell’episodio, la procura di Ragusa ha aperto un’inchiesta contro ignoti. Le ipotesi di reato sono quelle di epidemia colposa e omissione di atti d’ufficio. Anche da parte dello stesso sindaco di Pozzallo sono state diverse le richieste affinché si istituisse la nave quarantena. All’appello dei sindaci si è unito prima quello del governatore siciliano Nello Musumeci e, in seguito, anche una lettera da parte dei sindaci dei comuni dell’agrigentino avente come destinatario il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Nel frattempo, l’emergenza caratterizzata dagli sbarchi autonomi sulle coste di Lampedusa non ha mai accennato ad arrestasi.

A questi arrivi si è aggiunto anche lo sbarco fantasma di una cinquantina di migranti a Torre Salsa, nell’agrigentino, quest’ultimo episodio ha contribuito a fare crescere l’allarme. Dal mese di marzo ad ora sono circa mille i migranti giunti nelle coste agrigentine e la maggiore concentrazione è stata registrata in questa prima decade di maggio. In particolare, sono stati circa 350 i migranti approdati in questi primi giorni del mese e questo non lascia presagire nulla di buono in considerazione del fatto che, con l’avvicinarsi della stagione estiva, questi numeri, come ci spiega l’esperienza, aumenteranno notevolmente. A questo punto una domanda sorge spontanea: la nave quarantena con 250 posti, riuscirà ad essere sufficiente a fronteggiare il numero dei prossimi arrivi?

Da Lampedusa e Pozzallo i rispettivi primi cittadini hanno espresso soddisfazione per l’arrivo della nave, ma ad esempio lo stesso Roberto Ammatuna, raggiunto telefonicamente, ha parlato anche della possibilità di un’altra unità navale: “Il prefetto Michele Di Bari – ha dichiarato il sindaco di Pozzallo – ha annunciato che in casi di emergenza si potrebbe ipotizzare anche un’altra nave di supporto”.

Ad Agrigento il sindaco Lillo Firetto ha affidato a Facebook il suo commento: “Se confermato l'arrivo della nave-quarantena a Porto Empedocle per la gestione sanitaria dei migranti che giungono sulle nostre coste, l'appello di noi sindaci di un corridoio umanitario e sanitario per questa ulteriore emergenza è stato parzialmente ascoltato”. Una frase quest’ultima, che non nasconde una certa perplessità non solo dello stesso primo cittadino ma, in generale, dei vari amministratori del territorio.

La sensazione infatti, è che dal Viminale abbiano voluto lanciare per l’appunto un segnale parziale, volto forse più a provare a placare le polemiche che a risolvere definitivamente la situazione. La pressione da parte del territorio del resto, soprattutto durante la fase più acuta dell’emergenza coronavirus, è stata molto forte. E spesso da Roma non sono arrivate precise indicazioni, acuendo maggiormente l’insofferenza da parte dei cittadini.

Tanto a Lampedusa, quanto in altre parti della provincia di Agrigento, non sono mancate manifestazioni e proteste per via dell’arrivo di sempre più migranti in alcuni centri di accoglienza. Ed ora sono in pochi a credere che la presenza di una nave per le quarantene possa far tornare la situazione alla normalità. Sui social sono in tanti a ritenere che anche le prossime settimane saranno contrassegnate dall’arrivo di migranti e dalla difficile gestione delle varie strutture di accoglienza, molte delle quali ubicate all’interno dei centri abitati.

Difficile ad esempio far credere ai cittadini di Porto Empedocle, che fino alle scorse ore hanno assistito allo sbarco di 79 migranti da una nave cargo in un porto che nei giorni scorsi il sindaco aveva inibito all’approdo di mezzi con persone soccorse in mare, che il posizionamento in rada della Moby Zaza sia in grado di appianare l’emergenza. Stesso discorso potrebbe valere per altri cittadini di altri comuni dell’agrigentino, quali ad esempio Grotte e Siculiana, i quali si sono visti arrivare decine di migranti in centri di accoglienza situati all’interno dei centri abitati.

Anche perché se già i dati prima citati potrebbero da soli ben mostrare come già ad oggi la nave risulti inadeguata alle attuali esigenze, occorre anche considerare che con l’avvicinarsi della bella stagione i numeri sono destinati prepotentemente ad aumentare. Così come scritto nei giorni scorsi su IlGiornale.it, anche per gli scafisti è iniziata una sorta di vera e propria “Fase 2”, con le organizzazioni criminali operanti tra Tunisia e Libia pronte a riversare decine di barconi nel Mediterraneo.

Gli sbarchi di queste settimane dunque, altro non sarebbero che una mera anticipazione di quello che potrebbe attendere la Sicilia e l’Italia intera durante i mesi estivi. E se già negli anni scorsi l’aumento del flusso migratorio durante la bella stagione ha destato allarme sociale nei territori più esposti al fenomeno, in tempi di coronavirus la situazione potrebbe farsi ben presto ancora più incandescente.

L’emergenza migratoria dunque sembra correre inesorabilmente verso scenari più critici, mentre dal governo al contrario per adesso sono arrivate risposte lente e, molto probabilmente, non adeguate ad appianare da subito quella che si presenta come una delle situazioni più critiche da quanto l’Italia fa i conti con il fenomeno migratorio.

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