Cronache

Dopo il messaggio del Papa, l'Ong va all'attacco: "Ora riaprite i porti"

Dopo l'endorsement del pontefice, il capo missione dell'Ong Mediterranea, Luca Casarini, chiede la revoca il decreto che stabilisce la chiusura dei porti: "Il governo ora ascolti Papa Francesco"

Dopo il messaggio del Papa, l'Ong va all'attacco: "Ora riaprite i porti"

Dopo il messaggio di Papa Francesco, Luca Casarini, capo missione della Ong Mediterranea Saving Humans va all’attacco del governo e in un’intervista all’Huffington Post chiede all’esecutivo di ascoltare le parole del pontefice e "ritirare il decreto" con cui i titolari di quattro dicasteri, Interno, Trasporti, Salute ed Esteri, hanno deciso di chiudere i porti italiani per l’impossibilità di garantire le condizioni di sicurezza per i migranti, a causa dell’epidemia di Covid-19.

"È un decreto disumano, che tra l’altro conferma l’egemonia culturale della destra sovranista e permette all’Italia di fare scuola in negativo nel mondo", dice l’attivista all’Huffington Post. Il riferimento è al governo di Malta, che pochi giorni fa ha deciso di adottare la stessa decisione, chiudendo di fatto le porte ai 150 migranti a bordo della nave Alan Kurdi. "Questo decreto è illegale perché viola le convenzioni internazionali sui diritti umani, ma comunque ha lanciato un messaggio a tutto il mondo: si possono chiudere i porti per pandemia, per paura del contagio – ha spiegato all quotidiano online - addirittura lo stesso meccanismo lo ha adottato persino la Libia: la guardia costiera libica ha soccorso 280 persone qualche giorno fa e non può sbarcarle perché i porti sono chiusi".

Casarini si dice "stupito" dal fatto che sul provvedimento ci sia anche la firma di Roberto Speranza. Il ministro della Salute, segretario di Articolo Uno, dovrebbe sapere, attacca l’attivista che "le convenzioni internazionali valgono più dei decreti". "Soprattutto – aggiunge - questo decreto porta un messaggio politico culturale devastante perché scoraggia il soccorso, se ne infischia di chi è in mare o di chi è stato soccorso e tra l’altro riesce a controllare solo le navi che soccorrono le persone". "Quei migranti che riescono a sbarcare da soli su piccole imbarcazioni – denuncia - ce la fanno a toccare terra senza controlli anti-virus". È una "roulette russa": "Quelli che riescono a sopravvivere, li accogliamo".

Con la decisione di chiudere i porti, secondo Casarini, il governo ha lanciato un assist alla destra e ne conferma "l’egemonia culturale". "Dopo Minniti", non a caso, "c’è stato Salvini". "Eppure la pandemia dovrebbe insegnarci che non è chiudendo le frontiere che ci si difende dai pericoli: basta un virus, che non conosce barriere, per farci tutti prigionieri e vittime", ragiona il capo di Mediterranea. Possiamo difenderci soltanto "con la cura per gli altri e per l’ambiente". "Se noi continuiamo a disseminare il mondo di esclusi, di emarginati, gente che non ha diritti e sta male, questo male ci ritorna addosso dal punto di vista sanitario, scientifico, economico", è convinto il volontario.

Per lui "il primo caso di migrante positivo al Covid-19 dimostra che si dovrebbe avere un approccio razionale e fondato sui diritti umani". "Dovrebbero essere le navi della marina militare a prestare soccorso – chiarisce - perché loro possono garantire gli adeguati protocolli di sicurezza a bordo per impedire che chi è infetto sbarchi senza fare la quarantena". "Si può essere umani ed efficaci dal punto di vista scientifico e sanitario – prosegue - invece hanno prodotto questo decreto per rispondere ad un’esigenza di consenso elettorale". L’Ong promette che tornerà in mare il prima possibile. Forse già i primi di maggio, ipotizza Casarini.

L’Italia chiede solidarietà all’Europa e all’Olanda? Si chiede poi l’attivista. "Per primi noi dovremmo comportarci in maniera solidale verso chi viene a bussare alla nostra porta", afferma. La tesi è che "se avessimo un nuovo modo di rapportarci al Mediterraneo, avremmo molta più forza in Europa e potremmo sederci a un tavolo con la dignità di un paese che salva e non di un paese che chiude". E invece i profughi, accusa, "continuano a trovare fili spinati". Casarini li paragona agli ebrei dei campi di concentramento.

"Oggi – accusa - l’Europa sta dicendo a chi è in Libia: ‘dovete rimanere lì nei lager a vivere in condizioni disumane’". Casarini ha deciso di scrivere al pontefice lo scorso 27 marzo, dopo aver assistito alla speciale benedizione Urbi et Orbi da piazza San Pietro. Mi ha colpito, ha detto, "la sua frase ‘nessuno si salva da solo’, che è uno slogan che usiamo anche noi". "Non avrei mai pensavo mi rispondesse", ha confidato all’Huffington Post.

Facendolo "ha voluto dare un segnale forte a tutta Mediterrenea".

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