Difesa

Attacco suicida con droni: Kim prende appunti sul blitz dell'Iran

Nel caso in cui la Corea del Nord volesse lanciare un attacco contro la Corea del Sud, Kim potrebbe imitare quanto fatto dall'Iran contro Israele

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Gli analisti di Kim Jong Un continuano a prendere appunti. Dopo aver indirettamente testato sui campi di battaglia dell’Ucraina le qualità dei loro missili grazie all’esercito russo, nei giorni scorsi l’interesse dei nordcoreani si è spostato dall’Europa Orientale al Medio Oriente. Qui, nella notte tra il 13 e il 14 aprile, è infatti andato in scena un rilevante attacco dell’Iran all’indirizzo di Israele. Un attacco portato avanti grazie all’impiego, in tandem e in più ondate, di centinaia di droni kamikaze e missili da crociera/balistici, con il fine di saturare le difese di Tel Aviv e affondare il colpo. La maggior parte delle minacce iraniane sono state neutralizzate (pare il 99%), ma qualche ospite indesiderato è comunque riuscito a bucare lo scudo delle Idf. Nel caso in cui Kim volesse lanciare un attacco a sorpresa contro la Corea del Sud, Pyongyang potrebbe dunque imitare Teheran?

Un assist per Kim

L’Iran, come detto, ha attaccato Israele affidandosi a centinaia di droni e missili. Proprio i jolly militari sui quali la Corea del Nord ha dimostrato di voler puntare, incrementando la produzione dei primi e rafforzando l’efficienza dei secondi a son di test. L’obiettivo del blitz di Teheran consisteva nel saturare le difese avversarie per poi trovare il varco giusto.

Qualcosa del genere potrebbe teoricamente essere in grado di fare anche Kim: preparare un nutrito gruppo di droni kamikaze e indirizzarli oltre il 38esimo parallelo, accompagnando il raid con una pioggia di missili. In quel caso bisognerà capire se le difese sudcoreane – supportate da quelle statunitensi - riusciranno a reggere l’onda d’urto di una simile iniziativa. Ed è proprio per questo che, come detto, la Corea del Nord ha preso appunti da quanto fatto dall’Iran.

Non dimentichiamoci, come ha sottolineato National Interest, che Pyongyang vende tecnologia missilistica agli iraniani dagli anni ’80. Molti dei missili utilizzati nell'attacco contro Israele erano quelli che Teheran chiama Emad. Si tratta di un missile balistico a medio raggio basato sullo Shahab-3, che a sua volta non è altro che una copia del missile NoDong della Corea del Nord. Lo Shahab-3 (NoDong) ha una gittata di 1.300-1.500 chilometri, mentre l’Emad ha una portata più elevata che gli consente di prendere di mira Israele.

Ebbene, gli esperti statunitensi temono che l’Iran possa aggiornare i suoi sistemi. Anche perché Pyongyang ha testato negli ultimi mesi un missile balistico a raggio intermedio a combustibile solido. Inoltre, non solo i nordcoreani hanno una versione imitativa molto accurata dell’Iskander russo, ma hanno diffuso dozzine di questi sistemi agli stessi russi per usarli contro l’Ucraina.

I missili della Corea del Nord

A proposito di lanci di prova, nelle ultime ore Pyongyang ha testato un missile da crociera strategico con una "testata super grande" e lanciato un nuovo tipo di missile antiaereo. "L'amministrazione missilistica della Repubblica popolare democratica di Corea ha condotto un test di potenza di una testata super-grande progettata per il missile da crociera strategico Hwasal-1 Ra-3", ha fatto sapere l'agenzia di stampa Kcna. Effettuato nelle stesse ore anche un lancio di prova di un "missile antiaereo di nuovo tipo Pyoljji-1-2 nel Mar Occidentale della Corea".

A gennaio l'emittente televisiva di Stato nordcoreana Kctv aveva diffuso le immagini del leader Kim Jong Un intento a ispezionare nuovi sistemi militari sviluppati dall'industria bellica della Corea del Nord, inclusi alcuni droni d'attacco e di sorveglianza elettronica estremamente simili ad apparecchi in dotazione alle forze armate statunitensi.

Nello specifico, gli uav di Pyongyang erano apparsi molto simili - se non identici - ai velivoli statunitensi MQ-9 Reaper e RQ-Q Global Hawk. Missili più droni: l’accoppiata vincente che potrebbe spingere Kim ad imitare l’Iran?

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