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"Mediobanca? La Delfin è socia di lungo periodo"

Milleri: "Contenti, ma pronti a suggerimenti su piano e cda". Essilux vede rosa nel trimestre

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Tutti attendevano che proferisse parola su cosa avrebbe fatto in Mediobanca. E Francesco Milleri, amministratore delegato di Essilorluxottica e presidente di Delfin, ne ha parlato a margine dell'assemblea degli azionisti parigina del colosso dell'occhialeria. La sollecitazione è sul piano che sarà presentato dall'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, il prossimo 24 maggio. «Leggeremo il piano», ha commentato Milleri, «se ce li chiederanno daremo dei suggerimenti, anche se noi non siamo degli esperti di banche. Siamo solo degli azionisti di lungo periodo e anche contenti: il titolo sta andando abbastanza bene, poi se cresce un po' di più siamo ancora più contenti».

La presentazione del piano sarà un banco di prova per Nagel. La Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio, ha in mano il 19,8% di Mediobanca. Leonardo Del Vecchio, scomparso lo scorso giugno, è stato alleato di Francesco Gaetano Caltagirone per imprimere una politica di acquisizioni più ambiziosa, con il fondatore di Luxottica più interessato a Mediobanca e Caltagirone con mire su Generali, di cui Piazzetta Cuccia è azionista con il 13,1%. E, dopo la mano tesa di Nagel durante la presentazione dei conti trimestrali (chiusi con 235 milioni di profitti), Milleri ha detto che «sul rinnovo del board (che avverrà con l'assemblea dei soci di ottobre, ndr) vedremo anche lì se ci chiederanno qualcosa o meno».

Insomma, l'uomo scelto da Del Vecchio per portare avanti il suo impero mantiene una dialettica attendista, ma allo stesso tempo tiene sulla corda Nagel. Lo stesso vale per Caltagirone, salito al 9,9% di Mediobanca, che prima di esprimersi vuole avere il piano sotto mano. A chi chiede se tra grandi azionisti ci siano confronti, Milleri non si sbilancia: «Abbiamo qualche frequentazione, più di cortesia. Però vista l'attenzione dei media, l'attenzione che c'è stata in passato dalla Consob, e che non c'è necessità difficilmente discutiamo di argomenti così specifici».

Intanto, le cose vanno bene in Essilux: i ricavi dalla fusione sono saliti del 51% da 16,2 a 24,5 miliardi nel 2022, mentre l'utile è arrivato a 2,9 miliardi (+61%). Ed è ottimista su questo trimestre. I soci hanno dato l'ok a un dividendo di 3,23 euro ad azione (per 1,44 miliardi). E allo stipendio di Milleri: 3,9 milioni per il 2022, 3,3 milioni per il vice Paul du Saillant. In crescita il premio di risultato per i dipendenti in Italia: saranno erogati circa 3.800 euro lordi, che superano i 4.100 netti se convertiti in beni e servizi welfare.

Ieri, tra l'altro, l'archivio storico di Mediobanca ha aperto alla consultazione di documenti fino al 1973 e ha presentato a Milano «La fusione Montecatini-Edison (1965-1971)», un libro di Giorgio La Malfa e Taddeo Molino Lova che contiene verbali e documenti inediti riguardanti il periodo che va dalla nascita della Montedison, attraverso la fusione Montecatini Edison, fino all'assunzione della presidenza da parte di Eugenio Cefis.

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