Economia

Solo contributivo: il piano che può stravolgere le pensioni

L'esecutivo si prepara al faccia a faccia con i sindacati per ridisegnare l'uscita anticipata. Che cosa può succedere

Solo contributivo: il piano che può stravolgere le pensioni

Superata la tempesta Quirinale con l'approdo nel porto sicuro di Mattarella, il governo riprende la sua attività a pieno regime sui dossier ancora aperti. Uno su tutti potrebbe essere determinante: il fronte previdenziale. Come sappiamo il 2022 è un anno di transizione. Su questo l'esecutivo Draghi è stato molto chiaro. L'anno in corso serve per passare dal flusso di Quota 100 (andata in soffitta col 31 dicembre 2021) per poi andare a regime con una nuova riforma a partire dal 2023. In mezzo Quota 102, il punto di incontro della maggioranza per conservare il diritto all'uscita anticipata di migliaia di italiani. I primi 15 giorni di febbraio sono determinanti per capire quale possa essere il percorso previdenziale che il Paese imboccherà ormai tra meno di un anno. I tavoli tra esecutivo e sindacati serviranno a riscrivere il sistema. Ma c'è un punto su cui potrebbe accendersi ed esplodere definitivamente lo scontro tra Draghi e i rappresentanti delle sigle sindacali: una eliminazione dei pensionamenti anticipati con una applicazione piena della Fornero.

Va detto, come spesso abbiamo ricordato qui su ilGiornale.it, che tra le raccomandazioni della Commissione Ue all'Italia c'era proprio un richiamo alla attuazione in modo regolare della riforma previdenziale voluta dal governo Monti. L'esecutivo avrebbe l'intenzione di rimodulare la Fornero ma a patto che il nuovo sistema pensionistico sia saldamente ancorato, comne ricorda anche il Sole 24 ore, ad un calcolo integrale contributivo dell'assegno. Una mossa che potrebbe aprire lo scontro dato che Lega e sindacati spingono per tenere come soglia minima per il pensionamento i 62 e i 63 anni. Con la Fornero l'asticella si sposterebbe fino ai 67 anni. Su questo piano va ricordata anche un'altra riforma che potrebbe vedere la luce consentendo invece l'uscita anticipata. La proposta è arrivata da Michele Reitano, membro della Commissione tecnica del Ministero del Lavoro.

Il piano, che potrebbe esser alternativo ad un ritorno (pesante della Fornero) prevede un taglio del 3 per cento per ogni anno di anticipo. E su questo punto lo stesso Reitano è stato abbastanza chiaro: "Si partirebbe da un'età minima non precisata per sfruttare l'uscita anticipata subendo una riduzione della quota retributiva della pensione (ad esempio, intorno al 3% per ogni anno di anticipo rispetto all'età legale) che compensi, in modo attualmente equo, il vantaggio della sua percezione per un numero maggiore di anni". Insomma il cantiere previdenziale resta più che mai aperto. Il 2022 resta un anno fondamentale per capire il futuro degli assegni per chi deciderà di lasciare il lavoro a partire da quest'anno. Ma di certo un braccio di ferro duro tra esecutivo e sindacati sull'applicazione della Fornero potrebbe dare vita a non pochi scossoni sulla tenuta della maggioranza.

Ma dopo la rielezione di Mattarella, il premier potrebbe avere mani più libere per imporre la sua linea ai partiti su un tema delicatissimo come quello delle pensioni.

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