Elezioni Regionali

"Mai più soli alle elezioni". E ora Calenda apre ai grillini

La disfatta di Soru contringe Azione a guardarsi attorno e a pensare ad alleanza anche contro i nemici grillini pur di non restare irrilevante: "Impossibile non dialogare con i 5 Stelle"

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Anni di attacchi, insulti, scorrettezze e provocazioni, tutti cancellati con il risultato del voto in Sardegna e la sconfitta del suo candidato Renato Soru: per Carlo Calenda potrebbe essere terminata l'insofferenza nei confronti del Movimento 5 Stelle e del suo leader, Giuseppe Conte. Il leader di Azione, una volta fatti due conti, si arrende all'evidenza e apre al dialogo: "Alle Regionali correre da soli, pur con un progetto come è successo in Sardegna e in Lombardia con Letizia Moratti non è fattibile e non lo faremo più", è costretto ad ammette a malincuore in un'intervista ad Huffington Post. Perché per un candidato terzo percentuali come quella dell'8% in Sardegna "sono improponibili. Anche per questo in Abruzzo siamo all'interno di una coalizione larga, con un candidato di grande competenza, per il quale ci stiamo spendendo molto. Stiamo facendo un ragionamento anche in Basilicata", aggiunge.

Questo significa che adesso Calenda dovrà necessariamente ragionare con l'"acerrimo nemico" Conte: "Alle regionali è impossibile fare altrimenti. Certo, non a tutti i costi", frena l'ex ministro dello Sviluppo economico, ricordando che non è conveniente replicare questo modello a livello nazionale perché c'è il rischio che "decidiamo che dobbiamo stare tutti insieme contro la destra, poi non riusciamo a governare e torniamo al punto di partenza?". L'apertura è comunque evidente: quella sarda è una "lezione di cui terremo conto", sottolinea Calenda che - nel fare i complimenti ad Alessandra Todde per la vittoria - riconosce che "le elezioni regionali si confermano insormontabili, dato il sistema elettorale a un turno secco e la scarsa partecipazione che marginalizza il voto d'opinione, per le forze e i candidati che stanno fuori dai due poli di destra e di sinistra".

Inutile dire come il suo ex alleato Matteo Renzi non sia per niente d'accordo: da questo quadro, infatti, il leader di Italia Viva ne rimane fuori, almeno a livello nazionale ed europeo. "L'asse Pd-M5s credo che adesso si rafforzerà moltissimo - è il suo ragionamento -. Questo per noi è un'ottima notizia perché apre uno spazio, che è molto difficile gestire alle regionali quando si vota a turno secco, per chi non vuole l'Italia dei manganelli della destra e non vuole l'Italia dei sussidi del Movimento 5 Stelle". Ma "per le Europee è uno spazio straordinario al centro". Che lui, ovviamente, proverà ad occupare.

Fresca della vittoria alle elezioni regionali sarde, Alessandra Todde punge Calenda dopo questa sua apertura ai grillini: "Ho trovato bizzarro che Calenda abbia deciso di non sostenermi, visto che per anni mi ha elogiato parlando di competenza e professionalità", ha ribadito ancora la nuove governatrice della Sardegna, che ha concluso il suo intervento sostenendo come "ognuno fa le sue scelte ma se ne assume anche le responsabilità". La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, risponde invece "assolutamente sì" a chi le chiede se l'apertura di Calenda fosse da considerarsi una notizia positiva.

"Se ci concentriamo sulle cose da fare insieme troviamo l'accordo e siamo più forti, perché siamo d'accordo sulle idee e non sulle poltrone da spartire come questo governo".

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