Interni

La Open Arms torna in mare. E il Pd va subito a renderle omaggio

Ancora una passerella del Pd su una nave Ong: dopo aver finanziato Open Arms, gli esponenti si presentano al porto col "fazzoletto bianco" per salutare la nave che riparte dopo il fermo per le sanzioni

Emiliano Fossi e il Pd di Massa sulla Open Arms
Emiliano Fossi e il Pd di Massa sulla Open Arms

Ascolta ora: "La Open Arms torna in mare. E il Pd va subito a renderle omaggio"

La Open Arms torna in mare. E il Pd va subito a renderle omaggio

00:00 / 00:00
100 %

Dopo 20 giorni di stop, la nave Open Arms è pronta a riprendere il mare. Era stata fermata delle autorità italiane per aver effettuato interventi in mare non autorizzati, violando il decreto Piantedosi con recuperi multipli in mare. La nave della Ong spagnola, la stessa che ha trascinato in tribunale Matteo Salvini, potrebbe riprendere il mare già nelle prossime ore e intanto l'equipaggio mette già le mani avanti: "Avremo il peso di pensare che il prossimo fermo amministrativo potrebbe essere un sequestro della nave, e quindi staremo lì e valuteremo la cosa migliore: però noi rispettiamo le leggi internazionali, e il dovere di salvare vite umane".

A salutarla dal molo del porto di Marina di Carrara è arrivato anche il Partito democratico, con il deputato Emiliano Fossi che è salito a bordo della nave insieme all'assessore regionale Alessandra Nardini, al sindaco di Carrara, Serena Arrighi, al vicesindaco Roberta Crudeli, al presidente della provincia, Gianni Lorenzetti e Federico Dazzi, del Pd Carrara. "Noi stiamo dalla parte dell'umanità e dell'accoglienza. Alla OpenArms era stato dato l'ok per salvare 26 persone, lungo il tragitto ne hanno salvate altre 170 da morte certa", dicono dal Pd. Un'affermazione, quest'ultima, che non ha riscontro nella realtà, perché le nostre forze marittime sono impegnate quotidianamente in mare per il recupero di questi barchini. Nelle parole dell'esponente dem si percepisce una sopravvalutazione dell'importanza delle Ong, un tentativo di incrementare la percezione del apporto sminuendo quello della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Come danno dal Pd a sapere sicuramente come sarebbe andata, visto che parlano di "morte certa"?

In molti casi, per altro, le Ong intervengono quando non sussistono nemmeno le condizioni di "immediato pericolo" che la regolamentazione internazionale prevede per legittimare un intervento. "Per la destra non va bene soccorrere chi sta per morire in mare, dopo mesi, a volte anni, di viaggio, di violenze, di fame. Stamani siamo stati sulla Open Arms, per ascoltare tante storie, per capire come funzionano i salvataggi, per portare all'equipaggio solidarietà e vicinanza", ha concluso Fossi, rimarcando la vicinanza del Pd alle Ong che, per la legge italiana, compiono un'infrazione. Questa è solo una delle tante visite del Pd a una di queste navi, dopo aver anche finanziato la Ong con una raccolta fondi.

"Quello che noi chiediamo è di stringere un rapporto con le autorità, specialmente italiane, in modo tale da essere sempre coordinati quando effettuiamo delle operazioni di soccorso", dicono dalla Open Arms prima di tornare in mare. Come sempre, dev'essere l'Italia, e solo l'Italia, nel loro strano concetto di Mediterraneo a farsi carico anche dei migranti delle Ong. Le grandi navi come Open Arms, ma anche Sea Watch, Geo Barents, Ocean Viking ecc.

hanno la capacità e l'autonomia di raggiungere i porti spagnoli, ma anche quelli francesi, greci e soprattutto maltesi. E se in questi ultimi due Paesi, così come in Spagna, vengono considerati ospiti non desiderati, perché l'Italia dev'essere obbligata a comportarsi diversamente?

Commenti