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Spiragli nel caso Salis. Ipotesi domiciliari in ambasciata e bracciale elettronico: La Russa vede il papà

Il presidente del Senato incontra il padre di Ilaria a Milano: "Abbassiamo i toni". Anche Nordio in campo per ottenere il rilascio

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Stop alle strumentalizzazioni politiche, di qualsiasi colore e da qualsiasi parte. Il papà di Ilaria Salis, Roberto, lo chiede a nome della famiglia al termine dell’incontro di ieri mattina, a Milano, con il presidente del Senato Ignazio La Russa. Un faccia a faccia «amichevole ed empatico», spiega Roberto Salis ringraziando la seconda carica dello Stato: «Abbiamo piena convergenza sulla strategia da adottare e come famiglia siamo confidenti che la strada intrapresa sia quella giusta«, aggiunge, per poi fare il suo appello. «Adesso per il bene di Ilaria e per la difesa della sua dignità e dei suoi diritti – spiega - la famiglia chiede a tutti di smorzare i toni della polemica politica e preghiamo di cessare qualsiasi tentativo di strumentalizzazione del caso».

E la «piena convergenza» viene confermata anche da La Russa, che taglia corto sulle polemiche sollevate da più parti negli ultimi giorni. «Politicizzare questa situazione, da parte di chiunque, è sbagliato, se uno ha a cuore il rispetto dei diritti della ragazza. Ci vuole rispetto prima di tutto per la magistratura ungherese e la richiesta forte che siano garantiti i suoi diritti come noi li riconosciamo in Italia», attacca il primo inquilino di Palazzo Madama. «Tanto più lo faremo coralmente, tanto più avremo la possibilità che questo sia un risultato ottenibile«, prosegue. Insomma, «bisogna tutti abbassare i toni se si hanno a cuore i diritti delle persone». E a chi gli fa notare che Ilaria è una «militante antifascista», La Russa replica: «Non c’entra il merito della vicenda, stiamo parlando di un’italiana che, al di là del giudizio che ognuno può dare sulle sue idee e sul modo in cui le traduce e se il fatto è vero o no, cioè che lei partecipava a quella spedizione - è comunque una cittadina italiana per la quale è giusto che siano tutelati i diritti della persona». Quanto alla via per chiudere la vicenda, La Russa si dice «estremamente favorevole» alla concessione degli arresti domiciliari, ipotizzando, nel caso di impossibilità a tornare in Italia, di ospitare la 39enne nell’ambasciata italiana, magistratura ungherese permettendo, chiosa il presidente del Senato.

Intanto il governo prosegue i suoi contatti con Budapest per riportare Ilaria in patria. Di attendere o patteggiare una eventuale condanna per chiedere poi di scontarla in Italia e ai domiciliari non se ne parla, intanto perché la donna si professa innocente e non ha dunque alcuna intenzione di patteggiare una condanna, poi perché – come sottolineato anche dalla premier Meloni - i tempi del processo magiaro sembrano lunghi, e la prossima udienza è in calendario solo tra tre mesi.

Per sciogliere la questione, considerato che i giudici di Budapest hanno negato già tre volte i domiciliari a Ilaria Salis, potrebbe essere il Guardasigilli Carlo Nordio a chiedere alla controparte di concederli, prevedendo l’uso di un braccialetto elettronico e garantendo, a nome dell’esecutivo italiano, che la donna si presenterà comunque a tutte le udienze in Ungheria, fugando così la possibilità di negarle la misura per il pericolo di fuga.

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