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Ecco la guerra di Trump allo "Stato profondo"

Il Presidente Usa avrebbe messo al lavoro i suoi fedelissimi per stilare la lista dei funzionari del "Deep state" infedeli che tramano contro la sua amministrazione

Ecco la guerra di Trump allo "Stato profondo"

Ancor prima che s'insediasse alla Casa Bianca, lo "Stato profondo" che governa gli Stati Uniti si è opposto Donald Trump e alla sua amministrazione. Parliamo dei funzionari delle agenzie governative e d'intelligence, dell'Fbi, della Cia, del Dipartimento di Giustizia, che mai hanno digerito l'elezione del tycoon nel novembre 2016. L'inchiesta penale del Procuratore John Durham sulle origini del Russiagate ha l'obiettivo di verificare la condotta delle agenzie nei confronti della Campagna di Trump: Durham, infatti, a seguito della conclusione delle indagini del procuratore speciale Robert Mueller che ha "sgonfiato" l’ipotesi della "collusione" fra lo staff di Trump e la Russia, è stato incaricato da William Barr di determinare se il Dipartimento di Giustizia, l’Fbi e le autorità dell’intelligence hanno agito in maniera impropria e "cospirato" contro Donald Trump nel 2016.

In attesa dell'esito delle indagini di Durham, secondo quanto riportato da Axios, il presidente avrebbe messo al lavoro i suoi fedelissimi per stilare la lista dei funzionari del "Deep state" infedeli e che tramano contro la sua amministrazione. L'obiettivo è quello di licenziarli per sostituirli con funzionari leali. Il Presidente americano dopo essere stato assolto nel processo di impeachment sente che il suo governo - dalla giustizia passando per la sicurezza nazionale - è pieno di "serpenti". Vuole che vengano licenziati e sostituiti al più presto. A stilare la lista dei "Never Trump" sarebbero, secondo quanto riferito dal sito americano, Ginni Thomas, la moglie del giudice della Corte Suprema Clarence Thomas e Barbara Ledeen, membro dello staff del Senato repubblicano.

Ecco la vendetta di Trump contro i funzionari infedeli

"Penso che sia uno sviluppo molto positivo", ha affermato Rich Higgins, che ha prestato servizio nel Consiglio di sicurezza nazionale di Trump nel 2017. HR McMaster, allora capo del Consiglio per la sicurezza nazionale, aveva rimosso Higgins dopo che quest'ultimo aveva diffuso un documento nel quale sosteneva che "globalisti, islamisti e altre forze all'interno e all'esterno del governo" stavano "sovvertendo l'agenda del presidente Trump". Dopo la sua assoluzione nell’ambito della procedura di impeachment, Donald Trump sembra avere dato inizio a una vera e propria “vendetta” contro alcuni funzionari pubblici che hanno testimoniato a suo sfavore durante la messa in stato d’accusa. Nelle scorse settimane, il tycoon ha infatti rimosso dal rispettivo incarico il tenente colonnello Alexander Vindman, membro del Consiglio per la Sicurezza nazionale in qualità di esperto di Ucraina. Il militare, che avrebbe dovuto abbandonare tale posizione governativa in estate, è stato "improvvisamente licenziato" e "scortato" fino all’uscita della Casa Bianca.

Inoltre, pochi giorni fa, The Donald ha deciso di sostituire il capo ad interim della National Intelligence, John Maguire, dopo che quest’ultimo aveva fatto intendere durante un briefing, svoltosi il 13 febbraio scorso, che il Cremlino avrebbe favorito "un candidato rispetto agli altri".

Un chiaro riferimento a Donald Trump, secondo i repubblicani presenti all’incontro che l’inquilino della Casa Bianca non ha affatto digerito.

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