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Nigeria nel sangue: oltre 80 morti

Il bilancio degli scontri di Natale continua ad aggravarsi. Il governo: "Recuperati finora 80 cadaveri a Jos". Arrestate tre persone. Una setta islamista ha rivendicato gli attentati che hanno sconvolto la Nigeria

Nigeria nel sangue: oltre 80 morti

Jos - Ancora sangue cristiano versato sul suolo della Nigeria. Non si fermano le violenze, non si arrestano le esecuzioni. Come continua a denunciare papa Benedetto XVI, le persecuzioni contro i cristiani sono la più tragica e vasta mattanza di questo secolo. Altre ottanta persone sono morte negli attentati e negli scontri della vigilia di Natale contro i cristiani ad opera dei musulmani che oggi sono stati rivendicati da una setta islamista. 

La rivendicazione degli islamici Una setta islamica ha rivendicato gli attentati della vigilia di Natale. In un comunicato su Internet un gruppo dal nome Jamàatu Ahlus-Sunnah LiddàAwati Wal Jihad (Coloro che sono impegnati negli insegnamenti del Profeta e nella diffusione della Jihad, ndr) hanno invocato "le nazioni del mondo ad accogliere la verità che gli attacchi a Jos e Borno alla vigilia di Natale" sono stati effettuati dal gruppo sotto la leadership di Abu Muhammad. Nella nota si legge anche che gli attentati sono una risposta "alle atrocità commesse contro i musulmani in quelle aree e nel paese in generale" e che "continueranno contro i miscredenti, i loro alleati e contro tutti coloro che li aiutano".

Il bilancio si aggrava Il bilancio degli scontri di Natale continua ad aggravarsi. Sabato la polizia aveva infatti parlato di 32 morti e un centinaio di feriti. "Finora abbiamo recuperato 80 cadaveri a Jos", ha dichiarato Daniel Gambo, funzionario dell’agenzia per le emergenze nigeriana. Negli ospedali sono 189 i feriti ricoverati. Intanto stamane tre uomini sono stati arrestati a Jos.

I tre, due di nazionalità nigeriana e uno proveniente dal Ciad, erano in possesso di bombe e secondo gli investigatori stavano per compiere un attentato ad una chiesa. Gli arrestati, ha rivelato la Cnn, sono stati bloccati nella zona di Dogon Dutse ed erano sospettati per gli attacchi.

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