La stanza di Feltri

Ilaria Salis a casa nonostante la sinistra

Siamo abituati a questo genere di mentalità, tipica della sinistra: quando le cose vanno male è colpa della destra, quando vanno bene c'è sempre qualcosa da recriminare

Ilaria Salis a casa nonostante la sinistra

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Gentile Direttore Feltri,
fatico a comprendere i membri della famiglia Salis. Quando la magistratura ungherese non ha concesso i domiciliari era colpa del governo italiano, ora che li ha concessi non è merito del governo italiano, anzi il padre dell'imputata, Roberto Salis, attacca l'esecutivo con parole durissime, quasi minacciose. Insomma, questi qui non sono mai contenti e comunque la si metta è sempre colpa di Meloni.
Lei che cosa pensa di questo atteggiamento?
Luca Belcastro

Caro Luca,
siamo abituati a questo genere di mentalità, tipica della sinistra: quando le cose vanno male è colpa della destra, quando vanno bene c'è sempre qualcosa da recriminare. Di cosa ti stupisci?

Non me la sento di inveire contro questo babbo, ne comprendo il dolore, anzi la disperazione, ma non posso fare a meno di constatare che il suo comportamento nei riguardi dell'esecutivo è penoso.

Non è colpa di Meloni se sua figlia si è recata in uno Stato straniero, ossia in Ungheria, allo scopo di partecipare, stando all'accusa, al pestaggio di manifestanti locali. Non è colpa di Meloni se Ilaria è stata arrestata. Non è colpa di Meloni se ella è sotto processo. Non è colpa di Meloni se la magistratura ungherese ha concesso ora e non prima i domiciliari. Anzi, è probabile che sia proprio per effetto dell'impegno profuso da questo esecutivo, che ha agito a livello diplomatico, se Salis, incriminata per condotte che sono considerate in Ungheria penalmente molto rilevanti, potrà riabbracciare il padre passando dalla detenzione in cella agli arresti domiciliari.

Eppure, anziché parole di gratitudine, ho udito e letto soltanto attacchi, insulti, moti di rabbia, minacce. È l'astio caratteristico della sinistra, quella sinistra che poi ci fa i sermoni e le prediche contro il linguaggio dell'odio e roba simile. Beh, i nostri ministri non volevano e non chiedevano l'applauso, nemmeno un «grazie», però sono sicuro che non si aspettassero le dita negli occhi né il calcio sulle balle.

Ciò che tuttavia trovo più assurdo è che Roberto Salis attribuisca questo risultato positivo a quei partitini che hanno promosso la candidatura della figlia alle elezioni europee ormai imminenti. Insomma, per questo signore l'insegnante presunta picchiatrice e presunta innocente potrà stare ai domiciliari in quanto è candidata. Boiata più grande Salis non avrebbe potuto proferirla. Insomma, i giudici ungheresi si sarebbero fatti persuadere, nell'assumere tale decisione, dalla circostanza che, per aggirare il loro giudizio, la sinistra italiana abbia fatto ricorso all'escamotage di fare correre Salis per aggiudicarsi un seggio all'interno del Parlamento europeo. Ma cosa diavolo volete che gliene infischi agli ungheresi che questa maestra è candidata?! Direi semmai che Salis ha ottenuto i domiciliari nonostante la sua vicenda sia stata politicizzata in modo esasperato e spregiudicato dai progressisti al fine di trarne un ritorno di immagine e di tentare (invano) di ledere i partiti di maggioranza descrivendoli quali indifferenti alle sorti di una cittadina italiana detenuta all'estero.

La famiglia Salis è in piena campagna elettorale e questo spiega le esternazioni al vetriolo del padre, sciocchezze, banalità e preconcetti da questi consegnate ai giornali. Ancora una volta constatiamo che si fa più politica che altro.

E in questo vizio è cascato pure questo papà, a cui non basta riabbracciare la figlia ma intende pure indicare pubblicamente chi è reo del fatto che egli non l'abbia potuta riabbracciare prima. Che presunzione: sono tutti colpevoli, soltanto la sua bambina dal cazzotto facile è innocente. Povera cucciola.

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