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La Azzolina si difende, ma le carte la inchiodano

Il ministero contesta la ricostruzione del "Giornale", le graduatorie la confermano

La Azzolina si difende, ma le carte la inchiodano

Con riferimento all'articolo pubblicato in data 12 agosto sul vostro quotidiano, a firma di Massimo Arcangeli e dal titolo Così la Azzolina si è auto-assunta, i cui contenuti sono stati ripresi anche nell'articolo pubblicato il 13 luglio a firma di Massimo Malpica, il ministero dell'Istruzione precisa quanto segue.

Pur di dimostrare che la ministra è stata già assunta dal ministero (auto-assunta è impossibile perché è l'Amministrazione che assume, non il ministro in carica, per la nota separazione dei poteri prevista dalla legge), l'autore confonde i numeri, sostenendo che lo scorrimento di quest'anno della graduatoria dei vincitori del concorso per dirigenti scolastici arriverà necessariamente alla posizione in cui si trova la ministra.

Secondo Arcangeli, infatti, gli 80 posti lasciati liberi da coloro che sono stati depennati dalla graduatoria nel 2019 andrebbero aggiunti ai 458 autorizzati per l'anno 2020. Non è così. Di quei posti liberati dai depennati, 61 sono stati utilizzati per scorrere la graduatoria fino a chiamare il candidato 2.045, in sostituzione dei rinunciatari (vedi avviso 28 agosto 2019 e graduatoria approvata con decreto n. 1229 del 7 agosto 2019). Le restanti rinunce sono intervenute successivamente allo scorrimento, a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico, quando non era più possibile fare scorrimenti. Quei posti, nel 2019, sono stati coperti con reggenze e ora sono stati conteggiati tra i 458 vacanti e disponibili per il prossimo anno scolastico. Quindi, non è affatto corretto sommare i depennati del 2019 ai posti vacanti e disponibili del 2020. In conclusione, quest'anno si assumeranno 458 dirigenti scolastici. Conti alla mano, non si arriva alla posizione in cui si trova attualmente la ministra, la 2.543. Azzolina non risulterà, dunque, fra i nuovi assunti. Salvo che non ci siano decine di rinunce.

Si ricorda, infine, che l'autore dell'articolo, Massimo Arcangeli, è stato componente della Commissione che ha esaminato e promosso la dottoressa Azzolina durante la prova orale del concorso a dirigente scolastico.

Ufficio Stampa ministero dell'Istruzione

Rispondo alla nota del Ministero dell'Istruzione quanto all'«autoassunzione» di Lucia Azzolina a dirigente scolastico (torno a virgolettare autoassunzione per il necessario distanziamento «emotivo»), aggiungendo al quadro un elemento decisivo a conferma della mia ricostruzione.

1.L'avviso del 28 agosto 2019 (n. 38777), con cui si invitavano i candidati ds dal n. 1985 al n. 2045 a presentare istanza per scegliere una delle 17 regioni disponibili, informava del ricevimento di un limitato numero di rinunce senza quantificarle, presentando per giunta il processo come ancora in corso. Nell'atto (come negli altri successivi) non si forniva alcun elenco nominativo degli aspiranti dirigenti scolastici rinunciatari, e dunque il rinvio ministeriale a quell'avviso non è pertinente.

2.«Le restanti rinunce», prosegue la nota del Miur, «sono intervenute successivamente allo scorrimento, a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico, quando non era più possibile fare scorrimenti». L'a. s. 2019-2020 si è concluso, ma la lista dei 3.420 candidati ds idonei è stata riproposta identica, senza gli 80 depennamenti dell'allegato al decreto del 9 ottobre 2019, nell'allegato al decreto del 6 agosto 2020. Il Ministero avrebbe dovuto aggiornarla, ma non l'ha fatto: nell'elenco compaiono, fra il n. 41 e il n. 2043, tutti gli 80 candidati allora depennati. Il decreto del 9 ottobre, inoltre, non parlava di depennamenti conseguenti alle sole rinunce al ruolo (come avviene invece in tanti decreti emanati dalle direzioni generali degli uffici scolastici regionali), perché presumibilmente impedito dal rinvio all'art. 15, comma 4 del bando di concorso per i dirigenti scolastici (Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 90, 24 novembre 2017), in cui le cause di depennamento non si esaurivano nelle rinunce: «Sono altresì depennati dalla graduatoria coloro che, senza giustificato motivo, non prendono servizio nel termine indicato dall'USR con l'atto di invito alla sottoscrizione del contratto di cui al comma 3, o che non perfezionano l'assunzione con la presentazione, entro trenta giorni, dei documenti richiesti dal successivo art. 16 per l'assunzione medesima».

3.Precisa l'Avviso del Miur del 4 agosto 2020 (n. 23350): «per i candidati inclusi con riserva nella graduatoria generale di merito resta confermata l'assegnazione all'Ufficio Scolastico Regionale secondo la priorità di scelta ma non potranno essere assunti. Pertanto, per questi ultimi resta possibile solo l'accantonamento del posto nella regione prescelta in attesa della definizione del relativo contenzioso». Scorrendo la graduatoria allegata al decreto del 6 agosto 2020 si scopre che 50 (dal n. 263 al n. 2442) dei 74 candidati contrassegnati con un asterisco, perché «ammessi con riserva in esecuzione di provvedimenti cautelari», precedono Azzolina in graduatoria. Secondo l'avviso del 4 agosto 2020, dunque, quei 50 candidati non saranno assunti. Se pure stiamo ai soli 2.045 ds immessi in ruolo il 1° settembre 2019, e vi sommiamo i 458 posti ora disponibili, otteniamo la risaputa cifra di 2.503. La ministra dell'Istruzione è alla posizione n. 2543, e sono perciò 40 quelle che la dividono dall'ultima utile per l'assunzione. Anche in questo caso Azzolina sarebbe pertanto assumibile: da 2.543, sottraendo i 50 candidati che non lo sono, si ottiene 2.493, un numero al di sopra della posizione limite per ottenere il ruolo (ripeto: 2.503).

4.La nota del Miur giudica gravi e infondate le mie passate accuse a Lucia Azzolina, che riconfermo. La ministra, nel copiare interi brani da opere altrui nel lavoro per la Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario, discusso a Pisa (non una relazione di tirocinio ma una vera tesi, come mi confermò Stefano Malvagia, il funzionario che coordinava al tempo la segreteria della SSIS per la Toscana), e nelle tesi di primo e secondo livello, mettendo poi in vendita i tre elaborati su un sito internet, si è macchiata di plagio e ha violato il diritto d'autore.

Massimo Arcangeli

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