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E piovono pure le cartelle esattoriali

Stangata su imprese e contribuenti: "Sono tornati i pignoramenti"

E piovono pure le cartelle esattoriali

Sono tornate le cartelle esattoriali, alla faccia della crisi e della pandemia. L'Agenzia delle Entrate ha riaperto i rubinetti della riscossione ex Equitalia, con intimazione di pagamento «entro cinque giorni». La stretta è iniziata dal primo settembre, spiega al Giornale il commercialista Gianluca Timpone: «Se l'invio di queste cartelle viene inteso come una sorta di check per capire come verificare quanto di queste cartelle è sanabile, allora la disposizione è giusta. Ma temo che non sia così. In effetti, dallo scorso primo settembre si sono inasprite tutte le azioni esecutive: «Tutti i debitori che dallo scorso 8 marzo si erano visti sospesi i pignoramenti sui conti correnti e sugli stipendi, se li sono visti riprendere». Con una aggravante. Tutti i vecchi pignoramenti sui conti correnti hanno aggredito gli incassi nuovi, sottraendo disponibilità finanziarie e liquidità alla ripresa della normale attività. Con il risultato che per molti è meglio stare fermi e non lavorare perché altrimenti l'Agenzia delle Entrate pignora tutto. Altro che ripresa e ripartenza.

«Anche alcuni miei assistiti hanno ricevuto in questi giorni, diffide di pagamento da parte di Agenzia Entrate e Riscossione - ex Equitalia - di somme molto elevate, anche 400mila euro, entro il breve termine di cinque giorni, nonostante il periodo pandemico e lo stato di emergenza causa Covid-19 dichiarato fino al 31 dicembre 2021», si lamenta l'avvocato Claudio Defilippi. Come se ne esce? Lo spiega lo stesso legale al Giornale: «I miei clienti faranno ricorso alle Commissioni Tributarie, con richiesta di sospensione causa pandemia, per stato di necessità e per inadempimento per causa di terzi dovuto alla pandemia stessa. E chiederanno, altresì, la sospensione dell'esecuzione da parte di ex Equitalia fino al termine dello stato di emergenza». Sul tavolo c'è ancora l'ipotesi di una proroga ulteriore di tutte le rate 2020 e 2021, magari pagando entro l'anno in corso il 30% del dovuto, per evitare la perdita dei benefici e dei requisiti della rottamazione. «Ma il problema è che si continua a penalizzare chi ha pendenze con il fisco», dicono in coro Defilippi Timpone, mentre la politica decide di non decidere. E c'è già chi avanza la proposta di una rottamazione-quater con saldo e stralcio.

«Bisogna lavorare sulle compensazioni», aggiunge Antonio Gigliotti di Fiscal Focus, autore del libro La Congiura dei Peggiori uscito in questi giorni, i cui proventi saranno interamente devoluti alla raccolta fondi Un Abbraccio a Giorgia, «figlia piccolissima di una collega che ha lavorato fino all'ultimo giorno di vita, combattendo contro una grave malattia».

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