Coronavirus

Governatori esasperati. Pressing anti-lockdown "Da metà mese si apre"

Fontana spera nelle vaccinazioni di massa. Liguria, Lazio e Sicilia: "Un ultimo sforzo"

Governatori esasperati. Pressing anti-lockdown "Da metà mese si apre"

«A metà aprile diremo basta». Il tam-tam fra le Regioni è partito. I governatori sono a contatto con i territori, vedono le sofferenze cui le imprese sono sottoposte, e hanno già cominciato a esternare quest'idea dell'«ultimo sforzo».

Dopo 13 mesi estenuanti e con la prospettiva di un'ulteriore settimana di zona rossa (confermata venerdì) il lombardo Attilio Fontana ieri lo ha detto chiaramente: «Sono convinto che gli impegni che sono stati assunti verranno rispettati e che il 12-13 aprile inizierà questa grande operazione e riusciremo a dire basta a queste troppe limitazioni che stiamo subendo».

Il governatore lombardo aveva già declinato nei giorni scorsi questa idea della ripartenza, prospettandola a una miriade di commercianti ed esercenti che - per quanto rispettosi delle regole - ormai sono allo stremo dopo un anno di restrizioni e incassi magrissimi per non dire azzerati. La Lega poi, come noto, nel governo ha scelto di giocare da protagonista come partito artefice delle riaperture. La Regione Lombardia ha intensificato il pressing, con l'assessore alle Attività produttive Guido Guidesi che ha cominciato a giocare di sponda con l'omologo (per deleghe) ministro Giancarlo Giorgetti, ottenendo una prima disponibilità del presidente del Consiglio Mario Draghi.

A Palazzo Lombardia, prima, si era parlato del 7 aprile, ora sul calendario è cerchiata una data doppiamente decisiva: il 12 aprile appunto, che potrebbe essere il primo giorno in fascia non rossa, e dovrebbe essere anche il prologo delle vaccinazioni di massa, a partire dalla fascia 75-79 anni. Induce a un certo ottimismo il piano presentato nei giorni scorsi, e l'allestimento di una possente macchina per le somministrazioni con 76 centri e oltre mille linee. Ora anche le prenotazioni viaggiano spedite. «Entro l'11 aprile contiamo di aver vaccinato tutti i possibili over 80 che si erano già iscritti - ha detto ieri il capo della campagna Guido Bertolaso - poi cominceremo a vaccinare le altre categorie e quegli over80 che non avevano deciso di vaccinarsi prima e che oggi hanno cambiato idea».

L'idea dell'ultimo sforzo la condivide espressamente anche Giovanni Toti, governatore della Liguria che ieri ha aperto (a Taggia) il suo «drive through». «Sarà una Pasqua diversa - ha detto Toti - la seconda di sacrifici per cittadini e attività economiche, ma spero sia l'ultimo sforzo verso la ripartenza. Anche in questi giorni la nostra campagna vaccinale andrà avanti senza sosta: non ci fermeremo un attimo per mettere al sicuro al più presto le persone più a rischio e sconfiggere il virus».

Giorni di lavoro incessante anche nel Lazio: «A Pasqua e Pasquetta non si ferma la macchina vaccinale del Lazio - ha garantito l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato - i nostri operatori saranno impegnati a somministrare nei due giorni di festa oltre 50 mila vaccini».

In Sicilia ieri era il giorno annunciato per la vaccinazioni in 300 parrocchie. E uno spiraglio di discreto ottimismo si avverte anche nella lettera che il presidente della Regione Molise, Donato Toma, ha voluto rivolgere ai suoi concittadini in occasione della Pasqua: «È trascorso oltre un anno - si legge - da quando è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria. Da allora, la vita di tutti noi, la nostra quotidianità, le normali relazioni alle quali eravamo abituati hanno subito un brusco cambiamento.

Proprio lo scorso anno, in occasione della Pasqua, percepimmo ancora di più quel sentimento di solitudine e tristezza d'animo che avevamo iniziato a conoscere da qualche settimana».

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