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Dibba vuol fare esplodere i 5s: le trame del grillino "girovago"

Negli ultimi giorni l'attivista grillino ha detto la sua su vari temi. Segnali che lasciano intendere come l’ex deputato possa tornare sulla scena politica. Lui l'ha sempre negato ma nei fatti il suo atteggiamento potrebbe far pensare il contrario

Dibba vuol fare esplodere i 5s: le trame del grillino "girovago"

Alla fine del 2017 ha deciso di non ricandidarsi in Parlamento, poi ha viaggiato all’estero ma in realtà non ha mai smesso di fare politica e di recitare un ruolo di primo piano all’interno del Movimento 5 Stelle, anche se a distanza. Tanto che diversi deputati e senatori affermano che sia in campagna elettorale per la guida dei grillini.

Stiamo parlando di Alessandro Di Battista, che negli ultimi giorni ha fatto diverse dichiarazioni su Autostrade, Recovery fund, Renzi, reddito di cittadinanza, lavoratori in nero, infrastrutture. E tra l’altro a fine maggio ha incontrato privatamente Virginia Raggi per appoggiare la ricandidatura del primo cittadino della Capitale. Tutti segnali che lasciano intendere come l’ex deputato grillino possa tornare in campo a livello nazionale. Lui ha sempre negato pubblicamente di volere incarichi ma nei fatti il suo atteggiamento potrebbe far pensare il contrario.

Intanto nel Movimento è salita la tensione dopo le sanzioni adottate dai probiviri verso gli europarlamentari Ignazio Corrao, Rosa D'Amato, Piernicola Pedicini ed Eleonora Evi. Alcune settimane fa questi esponenti grillini avevano espresso un voto contrario a quello del proprio gruppo sul Meccanismo europeo di stabilità. Corrao, D’Amato e Pedicini sono stati sospesi dal partito per un mese, mentre Evi avrebbe ricevuto solo un richiamo, almeno stando a fonti di agenzia. All’interno del Movimento, la vicenda è stata letta come segnale verso Di Battista, che ha sempre avuto un giudizio critico sul Mes. Lo ha detto senza giri di parole la senatrice Barbara Lezzi in un post polemico su Facebook. Una sorta di antipasto in vista degli Stati Generali che molto probabilmente si terranno in autunno.

Le ultime dichiarazioni

Ultimamente Dibba si è fatto sentire su diversi temi. A fine maggio è tornato a battere sul nodo Autostrade e ha ribadito che “revocare le concessioni ai Benetton non è solo un atto di giustizia e di rispetto verso i morti di Genova e le famiglie, è un atto politico che diverrebbe un precedente drammatico per i capitalisti senza scrupoli”. Ma non finisce qui perché l’attivista grillino non si è fermato. E il 1° giugno ha lanciato il progetto Servizio ambientale per garantire una professione ben retribuita a 200 mila under 32 l’anno. Due giorni dopo ha pensato bene di consigliare allo Stato di farsi datore di lavoro e occuparsi anche dei lavoratori in nero.

Il giudizio sul Governo

Non poteva mancare un giudizio sul governo Conte. Second Dibba, l’esecutivo ha gestito bene l’emergenza coronavirus ma dovrà dimostrarsi irremovibile su certi temi. In sostanza, se la maggioranza sosterrà il Ponte sullo Stretto e non sarà dura sulla revoca della concessione ad Autostrade, Dibba sarà in disaccordo col premier però subito dopo ha detto che non vuole picconare il governo. L’ex deputato è contrario a governi tecnici o di unità nazionale e ha ricordato di non essere interessato a poltrone.

Resta da capire per quale motivo stia esprimendo così tante dichiarazioni su svariati temi. È come se gettasse un sasso e di colpo nascondesse la mano. Vuole dare una mano a determinate condizioni, che riguardano idee e atteggiamento politico, ma non cerca ruoli. Una strategia difficile da comprendere. Gli ultimi bersagli sono stati Renzi, che per Dibba “non conta niente”, e Bersani, a cui ha ricordato che “nella sua Emilia Romagna sono stati tagliati 2904 posti letto tra il 2012 e il 2018”.

Il rapporto con Di Maio

Di Battista e Di Maio hanno un rapporto di lunga data. Entrano insieme alla Camera come deputati nel marzo del 2013. Poi a fine 2017 Dibba decide di non proseguire la sua avventura in Parlamento mentre il ministro degli Esteri diventa capo politico dei grillini. L’attivista inizia a girare il mondo. Nel frattempo a giugno 2018 nasce il governo gialloverde e il loro rapporto peggiora nell’ultimo periodo del governo con la Lega, così come nell’imminenza dell’accordo con il Partito democratico lo scorso settembre. A questo proposito, l’ex deputato critica l’alleanza col Pd e crede che i democratici abbiano posto un veto alla sua entrata nel governo.

Poi i 5 Stelle subiscono pesanti sconfitte alle Regionali in Umbria e la base grillina invoca il ritorno dell’attivista. La leadership di Giggino è in bilico. A novembre Dibba va in Iran ma si rifà vivo sulla scena ad inizio 2020 per sostenere Paragone, espulso dal Movimento. Di Maio è irritato e il rapporto con Dibba si incrina. Poi l’ex deputato cerca di ricucire elogiando il titolare della Farnesina, che il 22 gennaio lascia la guida dei 5 Stelle.

Si apre quindi la strada verso gli Stati Generali, in cui Di Battista è tuttora protagonista perché ha espresso più volte la sua opinione. Evideziando di non riconoscersi più nel Movimento perché troppo appiattito sulle posizioni del Pd.

Ma cosa dicono i parlamentari grillini sui due politici? Alcuni non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, altri non hanno risposto al telefono. La vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni non vede rivalità tra Dibba e Di Maio ma "grossa stima e voglia di collaborare - precisa a ilgiornale.it -. Due anime diverse dal Movimento ma tutte e due importanti”. Sull'ex deputato, l'esponente pentastellata lo avrebbe voluto in questa legislatura perché sarebbe stata una risorsa. Poi aggiunge: “Credo non sia interessato a candidarsi come capo politico”. Anche secondo il deputato Pino Cabras tra i due non c'è rivalità. "I due non hanno nascosto in certe circostanze di avere posizioni distinte - sottolinea a ilgiornale.it -. Ma è normale che sugli stessi fenomeni possano avere visioni differenti".

Il pensiero dei sondaggisti

Se Di Battista e Di Maio si candidano per la guida di capo politico dei 5 Stelle, chi avrebbe la meglio? Renato Mannheimer ritiene che l’ex deputato “sia superiore”. Il sondaggista crede che “tra la base, il governismo di Di Maio sia visto criticamente - spieg a ilgiornale.it - e a quest’ultimo viene imputato il calo nei sondaggi che si è visto in questi mesi”. Secondo Mannheimer è possibile una spaccatura all’interno del Movimento ma “dipende molto dalla figura di Grillo, che è ancora in grado di tenere insieme tutti”.

In termini di sondaggi, “Di Battista avrebbe il 50% di consensi all’interno del Movimento - precisa il sociologo - e tra la popolazione potrebbe arrivare all’8-10%”.

Maurizio Pessato di Swg sottolinea che “Di Maio sembra in difficoltà ma al momento ha un elevato gradimento tra gli elettori dei 5 Stelle”. Per l’esperto, Dibba avrebbe al momento una percentuale di consensi tra gli elettori “largamente inferiore” rispetto a quella del ministro degli Esteri. Pessato esprime quindi una valutazione sull’attivista: “Finora Di Battista ha fatto un po’ di mordi e fuggi - precisa a ilgiornale.it -. Dovrebbe porre realmente una sua candidatura e avere una funzione di leadership.

Cosa che finora non ha fatto”.

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