Coronavirus

Il medico di Lampedusa: "I migranti? Se abbiamo da mangiare è grazie a loro"

L'eurodeputato di Demos, Pietro Bartolo, chiede di sfruttare l'occasione della pandemia per regolarizzare i migranti e garantire l'accesso alle cure: "Dobbiamo ringraziarli, se abbiamo da mangiare è grazie a loro"

Il medico di Lampedusa: "I migranti? Se abbiamo da mangiare è grazie a loro"

I migranti? "Possono aiutarci a superare questa pandemia, per una volta ammettiamolo e consideriamoli esseri umani". A dirlo è Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa prestato all’Europarlamento. Secondo il deputato europeo di Demos, il coronavirus poteva essere l’occasione per iniziare a gestire correttamente il fenomeno dell’immigrazione, "regolarizzando" tutti gli stranieri arrivati nel nostro Paese al fine di permettere loro l’accesso all’assistenza sanitaria.

Del resto, ha detto Bartolo ai microfoni di L'Italia s'è desta, la trasmissione condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano, sono loro che dobbiamo ringraziare se in tempi di emergenza sanitaria il cibo continua ad arrivare sulle nostre tavole. "Se noi ancora oggi abbiamo di che mangiare dobbiamo dire grazie anche a queste persone invisibili che ci danno questa possibilità, sono persone che ancora oggi, in modo non normale, lavorano nei campi e rischiano di prendersi questo virus", è la posizione dell’eurodeputato che cita l’esempio del premier portoghese Antonio Costa.

"Ha fatto bene a regolarizzare tutti gli immigrati, dandogli la possibilità di avere l'accesso ai diritti sanitari e avendo così la possibilità di tracciare e tenere sotto controlli chi è affetto da coronavirus", spiega Bartolo. Quanto al nostro Paese, aggiunge, "siamo incapaci di gestire questo fenomeno dell'immigrazione", nonostante "questo poteva essere il momento giusto per cominciare a gestire il fenomeno in maniera corretta". I migranti, invece, denuncia il medico vicino alle sardine - fu l’unico politico a parlare dal palco del maxi raduno di piazza San Giovanni a Roma - per il fatto di essere "invisibili", "non sono entrati neanche nei decreti di emergenza, quindi poi è normale che finiscano per strada".

Nella sua Lampedusa, intanto, sono ripresi gli sbarchi, con il sindaco dell’isola, Totò Martello che annunciando l’arrivo di oltre 120 migranti ha lanciato l’allarme sull’impossibilità di assicurare l’isolamento e il distanziamento sociale nelle strutture del comune. In queste ore il governo sta correndo ai ripari, proprio per la difficoltà di gestire contemporaneamente il dossier migranti e l'emergenza sanitaria in corso nel Paese.

Altre 150 persone, infatti, si trovano a bordo della nave Alan Kurdi. L’ipotesi è quella di trasferirle su una nave della Croce Rossa Italiana, dove resterebbero in quarantena. Ma al vaglio dell’esecutivo c’è una bozza di decreto che prevede la chiusura dei porti alle Ong almeno fino alla fine dell’epidemia di coronavirus.

Gli approdi italiani, si legge nella bozza del provvedimento diffusa dalle agenzie di stampa, saranno off limits per via dell'impossibilità ad assicurare "i necessari requisiti per la classificazione e definizione di Place of safety (luogo sicuro)".

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