Europa

La protesta adesso si divide tra soddisfazione e sospetti. "Smobilitare? Senza fretta..."

I dialoganti di Fais: "Vogliamo vedere gli impegni presi scritti nero su bianco, poi andremo a casa". Ma l'ala dura giura: "Noi giovedì al Circo Massimo"

La protesta adesso si divide tra soddisfazione e sospetti. "Smobilitare? Senza fretta..."

Ascolta ora: "La protesta adesso si divide tra soddisfazione e sospetti. "Smobilitare? Senza fretta...""

La protesta adesso si divide tra soddisfazione e sospetti. "Smobilitare? Senza fretta..."

00:00 / 00:00
100 %

«Abbiamo fatto il primo gol, siamo contenti ma è l'inizio di una partita molto lunga». A segnare la rete per gli agricoltori è stato «Riscatto Agricolo». Una delegazione del movimento capitanata da Salvatore Fais ieri ha incontrato il governo al ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. L'umore al presidio di via Nomentana a Roma è buono, abbracci e applausi hanno accolto la lettura della nota del ministero dopo l'incontro. Ma avvertono: i presidi locali rimangono finché gli impegni presi, non saranno «nero su bianco».

Il lavoro, quindi, continua, anche perché il movimento degli agricoltori marcia a velocità diverse. «Riscatto Agricolo» si prepara a smobilitare, ma senza fretta: «Cominceremo a smobilitare ma ci vorrà tempo», continua Fais, «Ora si apre una fase più difficile di confronto con il governo». Davide Pedrotti, allevatore bresciano, spiega che se il sit in nella capitale va verso la chiusura, una ventina di presidi rimarranno operativi, in Lombardia, in Friuli-Venezia Giulia, Campania, Puglia, in Sardegna.

Direzione diversa per l'altra costola del movimento agricolo. Il «Cra», Comitato Agricoltori Traditi guidato dall'ex leader dei forconi Danilo Calvani, tira dritto e punta tutto alla manifestazione fissata tra due giorni, con la promessa di portare in piazza 20mila persone. Sulla pagina Facebook del movimento un messaggio chiaro: «Per giovedì, si prevedono intensi movimenti di cittadini verso il Circo Massimo... Che Dio ci Benedica».

La frattura con il movimento di Fais e compagni resta palese, come certificato da Maurizio Senigagliesi, portavoce di Riscatto Agricolo che ha escluso la partecipazione alla protesta del Circo Massimo.

Il secondo tempo della partita che i gilet verdi stanno giocando è ancora lunga. Molto dipenderà dal confronto che il governo aprirà nelle prossime settimane con le Regioni e le varie organizzazioni agricole per individuare le filiere cui destinare i primi interventi, come spiegato dal Sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra, che ha guidato l'incontro con gli agricoltori al ministero. La data segnata sul calendario è il 26 febbraio quando è prevista la riunione straordinaria della Commissione Ue che dovrebbe dare il via libera alle modifiche alla Pac.

Nell'immediato, però, gli occhi sono puntati su giovedì. Oltre alla manifestazione al Circo Massimo pronto anche un altro corteo. Popolo Produttivo e Altragricoltura hanno definito con la questura di Roma i margini della protesta «TELODOIOILMADEINITALY» in Piazza del Campidoglio che sarà preceduta da un sit in dei trattori al Colosseo.

Anche nel resto dell'Italia attenzione, e fermento, restano alti. Uno dei presidi più combattivi rimane quello sardo. Gli agricoltori e pastori, che dal 30 gennaio sono accampati al molo dogana del porto di Cagliari, fanno sapere di essere disposti a resistere fino al 26 febbraio.

A Rimini una sessantina di mezzi ha sfilato nei pressi lungo la Strada

Statale 16. Come per gli altri presidi sparsi per lo stivale gli obiettivi della rabbia agricola sono sempre gli stessi: l'accusa ai provvedimenti che favoriscono le importazioni e misure per tutelare il valore del settore.

Commenti