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La rivolta delle bandiere, la Meloni: "Nel mio ufficio c'è solo il Tricolore"

Giorgia Meloni sposa l'iniziativa di sindaci e amministraori locali che in questi giorni hanno ammainato la bandiera dell'Unione europea in segno di protesta per l'immobilismo di Bruxelles: "Nel mio ufficio c'è già una sola bandiera: il Tricolore"

La rivolta delle bandiere, la Meloni: "Nel mio ufficio c'è solo il Tricolore"

Il primo ad iniziare la protesta delle bandiere è stato il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. Lo scorso lunedì non ha perso tempo a rimuovere il vessillo dell'Unione Europea dal suo ufficio a Montecitorio. Erano i giorni i cui teneva banco la questione dei cosiddetti "coronabond". I giorni delle porte chiuse, quelli in cui la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha lasciato intendere che la solidarietà europea è un concetto che funziona solo a parole. Una suggestione. Il giallorossi hanno iniziato a sbattere i pugni sul tavolo ma non è servito a granché. Il nostro Paese è sull'orlo del baratro, e lo scenario di una grande depressione economica si fa di ora in ora più tangibile. La verità è che l'Italia, uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea, si è ritrovata a fronteggiare l'emergenza da sola.

Non è questa l'Europa in cui si riconosce Fabio Rampelli, che ha prontamente ammainato la bandiera blu, riponendola in qualche angolo, in attesa che da Bruxelles arrivino risposte. Un gesto di sfida senza precedenti, che è stato imitato dai decine di sindaci e amministratori locali. Un gesto benedetto anche dalla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: "È un forte messaggio a questa Europa che abbandona l'Italia nel momento di maggiore bisogno, e la fotografia di un sentimento diffuso". Lo stesso sentimento intercettato dai sondaggi di Antonio Noto. Il 72 per cento degli italiani è convinto che Bruxelles non abbia fatto abbastanza per aiutarci ad uscire dall'emergenza. La crisi ha fatto vacillare persino gli europeisti più convinti, che passano dal 64 al 49 per cento in pochi giorni. È un sogno che va in frantumi. "La Germania grazie alla moneta unica negli ultimi 20 anni si è arricchita sulle nostre spalle, se in questa fase l’Ue decide di non dare una mano, l'Europa si dissolve", pronosticava la Meloni qualche giorno fa.

Oggi sono arrivate le prime aperture, da Bruxelles e da Berlino spuntano tentativi di mediazione, con l’idea di finanziare la ripresa allargando i cordoni della borsa senza troppi vincoli. Niente bond europei ma maggiore flessibilità. Questo è il messaggio della Ue. La Meloni prende atto, ma aspetta di capire cosa ci sia di concreto: "Ursula Von der Leyen si scusa con l’Italia per i ritardi dell’Unione europea. Meglio tardi che mai ma ora ci aspettiamo risposte immediate dall'Europa: bene l'utilizzo senza vincoli dei fondi strutturali non ancora spesi, e che Fratelli d'Italia aveva proposto 20 giorni fa, e l'annuncio sulle risorse per l'occupazione. I Sure bond per finanziare il lavoro sono una proposta che verificheremo e studieremo nel dettaglio. La vera partita rimane il Fondo Salva Stati e su questo la nostra posizione rimane sempre la stessa: riprendiamoci i nostri soldi e usiamoli per aiutare famiglie e imprese".

E a chi in queste ore le sta domandano se anche lei è pronta a rottamare la bandiera europea risponde: "Nel mio ufficio c'è già una sola bandiera: il Tricolore".

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