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Il San Raffaele cura a domicilio e la sinistra si indigna

L'ospedale offre visite a casa da 90 a 450 euro. Polemiche di Pd e 5s: "Così salvate solo i ricchi"

Il San Raffaele cura a domicilio e la sinistra si indigna

Della serie ogni pretesto è buono... Succede che un ospedale privato decida di offrire un servizio a domicilio, a pagamento. E se lo fa è perché ritiene che ci sia una domanda, un vuoto che possa essere colmato nelle logiche del libero mercato. Lo ripetiamo: si tratta di una prestazione erogata indipendentemente e liberamente in solvenza e che nulla toglie al sistema sanitario nazionale. L'impressione è che chi si scaglia contro il servizio di visite Covid a domicilio organizzato dal San Raffaele voglia solo attaccare per l'ennesima volta la governance di regione Lombardia. In maniera pretestuosa, anche perché, semmai, un servizio privato in aggiunta a quello pubblico aiuta a snellire liste, attese, mole di pazienti che richiedono una visita, un tampone, un consulto e che facendolo a casa propria lasciano posti liberi a chi ne ha più bisogno.

«L'ospedale San Raffaele partecipa al SSNN insieme alle altre 13 strutture private accreditate, ma può erogare anche prestazioni in regime solvenza - spiega l'assessore al Welfare Giulio Gallera -. Non è certo il primo ospedale che organizza privatamente esami o visite a pagamento, così ci sono laboratori privati che eseguono tamponi a domicilio. Il sistema sanitario regionale offre tamponi gratuiti e visite a domicilio gratis ai malati Covid in isolamento tramite le Usca, ma dal momento che siamo in un paese libero si dà la possibilità a tutti di scegliere».

Di cosa si tratta? Di un servizio di assistenza sanitaria e diagnostica domiciliare per i pazienti positivi al Covid che ricorre alla Telemedicina. Il servizio garantisce un supporto completo ai soggetti in isolamento domiciliare obbligatorio tramite video visita (90 euro) ed esami diagnostici (450 euro) da eseguire a seguito della videovisita presso la propria abitazione, in caso di necessità. «Il servizio di telemedicina dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, è stato implementato ben prima dell'emergenza sanitaria e nasce con l'obiettivo di portare l'ospedale a casa dei pazienti per mantenere la continuità di cura e dare l'opportunità a chi non può spostarsi di chiedere un consulto con gli specialisti dell'Ospedale» spiegano dal Gruppo San Donato. «Nato come servizio dedicato inizialmente all'attività di solvenza, oggi la telemedicina è in fase di test per quanto riguarda l'integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale».

A portare la questione in Regione è M5S Lombardia, con Luigi Piccirillo, componente della Commissione sanità che firma un'interrogazione urgente. «Non si faccia business sul Covid. L'iniziativa del San Raffaele evidenzia il livello patologico raggiunto dall'offerta sanitaria regionale. Io sono per invertire la rotta». Parole che sanno tanto di pretesto e che poco hanno a che vedere con il sistema sanitario lombardo.

Ancora peggio il Pd che la mette sulla questione sociale: «Dalle politiche disastrose di questa giunta - e da quelle precedenti - emerge una profonda spaccatura nel sistema sanitario lombardo, fra chi può permettersi le cure necessarie e chi è costretto a rinunciarvi».

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