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Lo Stato non paga i debiti e fa fallire 100mila aziende

La denuncia delle coop: «Una chiusura su quattro è colpa dei ritardi della Pa». Sicilia maglia nera

Lo Stato non paga i debiti e fa fallire 100mila aziende

«Negli anni della crisi sono fallite 100mila imprese a causa dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione». Non ha usato mezze misure il presidente dell'Alleanza delle Cooperative, Maurizio Gardini, ieri nel corso dell'assemblea della federazione che riunisce circa 40mila coop italiane, un piccolo gigante da 150 miliardi di fatturato, ossia l'8% del Pil del nostro Paese.

L'incapacità dello Stato di onorare i propri debiti condanna all'estinzione il tessuto sano dell'imprenditoria italiana. «A conti fatti - ha aggiunto Gardini - tra i fallimenti, uno su quattro è stato determinato dai mancati pagamenti della pubblica amministrazione». Per quanto riguarda il sistema della cooperazione, i debiti dello Stato ammontano a circa 3 miliardi di euro, ossia il 5% del totale di 60 miliardi. Ecco perché il numero uno di Confcooperative e dell'Alleanza ha avanzato una richiesta semplice quanto precisa al governo. «Con la dovuta considerazione del delicato equilibrio dei conti pubblici, occorre intervenire perché le imprese continuano in troppi casi a fare da banche alla Pa».

Non si tratta di una metafora azzardata perché in alcuni casi fornire beni e servizi alle amministrazioni pubbliche significa equivale a finanziarle. Ne sanno qualcosa le coop sociali della Sicilia: i tempi di pagamento della Regione sono di 18 mesi in media, mentre quelli dei grandi Comuni si attestano sui 12 mesi. Cioè si aspetta da un anno fino a un anno e mezzo per il saldo delle fatture quando la normativa europea, recepita in Italia, impone di onorare i debiti entro 30 giorni che possono arrivare a 60 solo per giustificati motivi.

Altri problemi provengono, poi, dalle imprese che si costituiscono fittiziamente in cooperativa giocando al massimo ribasso su tutti gli appalti (inclusi quelli per la gestione del sistema di protezione dei rifugiati e dei centri di identificazione ed espulsione) gettando anche discredito sull'intera categoria. Le false cooperative, infatti, eludono il fisco per oltre 750 milioni di euro e rischiano di «far morire di legalità» oltre 4.000 cooperative della logistica e del welfare che operano correttamente sul mercato. Di qui la necessità di «una legge per misurare l'effettiva capacità delle tante associazioni di rappresentanza sia dei lavoratori sia delle imprese: le associazioni devono rappresentare gli interessi reali delle imprese o dei lavoratori che associano», ha ribadito Gardini. Un punto condiviso dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. «Faremo una legge sulle false cooperative iniziando dalla calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare», ha detto ricordando che «molte nascono negli studi dei commercialisti per aggirare la fiscalità di impresa: combatteremo questo fenomeno con una lotta senza quartiere».

Giudizio sospeso sul decreto Dignità: all'Alleanza piacciono le norme che premiano chi investe in Italia e non delocalizza ma, allo stesso tempo, è stato posto l'accento sull'opportunità di reintrodurre i voucher, «strumento utile per far emergere il lavoro nero».

Analoga preoccupazione per la reintroduzione delle causali nei contratti a termine che rischia di far impennare il contenzioso.

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