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Tridico nella bufera: stipendio raddoppiato

Lo stipendio del presidente dell'Inps è passato da 62mila euro annui a 150mila. Poi il chiarimento dell’Istituto: “Nessun effetto retroattivo”

Tridico nella bufera: stipendio raddoppiato

In piena estate lo stipendio di Pasquale Tridico è più che raddoppiato, passando dai 62mila euro annui percepiti a inizio mandato agli attuali 150mila. Giusto per fare un paragone, stiamo parlando del 50% in più di quanto guadagnato dal suo predecessore, Tito Boeri (103mila). È questa l'ultima bufera che si è scatenata sul presidente dell'Inps, finito ancora una volta nell'occhio del ciclone.

Sia chiaro: l'aumento della paga, come ha svelato Repubblica, è stato avallato da un regolare decreto interministeriale datato 7 agosto 2020, firmato dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Il testo, messo nero su bianco, è emblematico: gli emolumenti "sono riconosciuti con decorrenza dalla data di nomina del presidente, del vice presidente e dei consiglieri di amministrazione".

Stipendio raddoppiato

A quanto pare, come ha sottolineato Il Corriere della Sera, il livello retributivo di Tridico non è stato stabilito in modo casuale. In pieno lockdown, quando gli italiani erano relegati nelle proprie abitazioni, il Cda dell'Inps si sarebbe riunito, il 22 aprile scorso, per auto-assegnarsi il quantum, in seguito suggerito alla Catalfo. D'altronde la legge parla chiaro: prima di mettere mano agli stipendi è necessario dimostrare di aver conseguito una "riduzione strutturale delle proprie spese di funzionamento".

L'Istituto ha quindi dimostrato che nel 2019 sono stati risparmiati 522mila euro, ed è per questo motivo che nel bilancio di previsione relativo al 2020 avrebbe alzato della medesima cifra lo stanziamento dei compensi fissi ai vari organi di gestione.

Ricordiamo che Tridico è in carica dal maggio 2019 e che a marzo, poiché l'allora governo Conte 1 non era in grado di trovare l'accordo sul cda, lo stesso Tridico era stato indicato come "organo munito di poteri". In altre parole, in seguito all'effetto retroattivo - indiscrezione poi smentita dall’Inps - il presidente dell'Inps riceverebbe, in aggiunta ai 12.500 euro mensili, anche la differenza tra il vecchio e il nuovo regime. La cifra stimata si aggirerebbe intorno ai 100mila euro.

Il chiarimento dell’Inps

Dopo una mattinata di polemiche la Direzione Risorse Umane dell'Inps ha comunicato che "non ha corrisposto al Presidente Tridico compensi arretrati in seguito all'emanazione del Decreto del 7 agosto 2020 e, in ogni caso, gli Uffici dell'Istituto non hanno mai previsto l'erogazione di un compenso arretrato al Presidente per il periodo che va da maggio 2019 al 15 aprile 2020".

Pertanto, sottolinea la Direzione risorse umane dell'Inps, la notizia di stampa "in merito ad un compenso arretrato al Presidente pari a 100mila euro è priva ogni fondamento". "Il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze 7 agosto 2020, a seguito della ricostituzione del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto - si legge nella nota - ha fissato la misura dei compensi nei confronti del Presidente, del Vice Presidente e dei Consiglieri di Amministrazione, come previsto dall'art. 3, comma 11, del decreto legislativo n. 479/1994".

L'erogazione degli emolumenti

I sindaci dell'Inps, in data 10 settembre, avrebbero messo a verbale un'istanza di chiarimenti con tanto di richiamo formale. A detta dei revisori, infatti, la legge 75 del 1999 stabilisce che gli amministratori debbano essere retribuiti dalla loro data di insediamento e non da quella relativa alla nomina.

Il punto è che l'attuale Cda è stato "costruito" in momento diversi: i tre consiglieri sono stati indicati il 16 dicembre 2019, mentre la vicepresidente nel febbraio 2020. Dunque, i sindaci dell'Inps chiedono di sapere quale sia la data esatta della "decorrenza effettiva dell’erogazione degli emolumenti come determinati dal decreto interministeriale in questione".

Il decreto firmato da Catalfo e Gualtieri, inoltre, ha attribuito lo stesso stipendio di 150mila euro all'anno anche al presidente dell'Inail; 40mila euro all'anno invece sono assegnati ai vicepresidenti dei due Istituti (60mila se hanno deleghe). I consiglieri di amministrazione di Inps e Inail, invece, hanno un emolumento di 23mila euro ciascuno.

Salvini: "Chieda scusa e si dimetta"

Durissima la reazione di Matteo Salvini, che ha chiesto a Tridico di dimettersi dalla sua carica. In un post su Instagram il leader della Lega non ha usato mezzi termini: "Inps, non ho parole.

Invece di aumentarsi lo stipendio, prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta".

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